I comuni bellunesi di Falcade e del comprensorio si meriterebbero la gogna – a sentire Legambiente – perché “hanno autorizzato lo svolgimento di una manifestazione con 55 quad in aree ad alta fragilità ambientale ed idrogeologica”.
La manifestazione si è tenuta ai primi di giugno e ha sollevato numerose polemiche nonché il ricorso di Mountain Wilderness e di altre associazioni contro le autorizzazioni. Un esposto che è all’esame della magistratura di Trento. Anche il Cai è sceso in campo, nella circostanza, a cominciare dal presidente nazionale.
La preoccupazione è quella spiegata da Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente. «Oggi, proprio sulle montagne, si gioca una partita importante legata anche al contrasto dei cambiamenti climatici. L’arco alpino continua ad essere una delle principali vittime di questi cambiamenti che qui avanzano più rapidamente che altrove. Per questo è urgente definire al più presto strategie di adattamento sia nella pianificazione che nella prevenzione territoriale, avviare una politica nazionale che metta al centro il recupero e la valorizzazione delle aree montane, la gestione sostenibile delle foreste e replicare, quindi, quelle buone pratiche già attive sul territorio, che ci raccontano la voglia di cambiamento che auspica l’arco alpino».
Per Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, il cambiamento climatico condizionerà pesantemente il turismo in montagna. «La carta vincente per superare le difficoltà attuali è, senza dubbio, la diversificazione dell’offerta turistica estiva e invernale, orientandola alla qualità e alla sostenibilità». Ma la pratica dei quad, secondo Gigi Casanova di Mountain Wilderness, va in tutt’altra direzione, così pure l’uso selvaggio della mountain bike lungo i sentieri dove è improponibile, ma soprattutto l’abuso che si fa del trasporto elicotteristico.
Francesco Dal Mas