Losego, paese dove si nasce: la frazione tutta in un libro
Viene presentato oggi nella Biblioteca civica di Ponte nelle Alpi Paola Salomon proietterà anche delle foto tratte dal volume
Marta Viel
PONTE NELLE ALPI
Ricordare le persone, le storie e la vita di un paese. Mettere nero su bianco nomi e racconti di vita di quanti in quel paese sono nati, hanno vissuto e vivono ancora, è quello che hanno voluto fare nella frazione pontalpina di Losego. Un lavoro di ricerca che un anno fa ha dato alla luce il volume “Losego, bello il paese dove si nasce” che oggi alle 20.30 sarà presentato alla comunità nella sala Tina Merlin della Biblioteca Civica di Ponte nelle Alpi. La presentazione sarà curata dalla professoressa Paola Salomon con la videoproiezione di foto tratte dal libro.
È la seconda opera di genere storico-biografico di un paese che compare nel territorio pontalpino. Due anni fa era toccato ad Arsié e questa è, invece, la volta di Losego, frazione della zona dei Coi de Pera, ricordata per la sue cave di pietra e la sua magnifica posizione che domina la Valbelluna. Il lavoro di ricerca, recupero e trascrizione ha coinvolto un gruppo di lavoro di dodici persone che, aiutato dai coniugi Serafina Prest e Gianfranco De Pasqual, già promotori del volume “Arsiè - Raccontare per ricordare”, hanno raccolto testimonianze, ricordi e fotografie tra i loro paesani per riuscire a creare un’opera che diventasse specchio del paese, ma anche album dei ricordi e documento di vita da tramandare alle generazioni future.
In un album di ricordi che si rispetti non possono mancare le fotografie, più o meno antiche, che raccontano di uomini, donne e bambini che con Losego hanno o avevano un legame speciale. Ma ci sono anche molti testi che tracciano la vita di quei volti che compaiono nelle foto: rivelano storie della gente della frazione pontalpina, gente che, come molti altri bellunesi del secolo scorso, ha conosciuto la guerra, il duro lavoro e spesso l’emigrazione.
Il legame con il paese natale, però, non è mai venuto meno e, come nell’intento dei curatori dell’opera, la dedica è “a quanti ci hanno preceduto che resteranno vivi finché qualcuno li ricorderà”. Un segno di continuità, quindi, tra passato e futuro per lasciare nelle nuove generazioni il ricordo di quanti hanno costruito il paese, attraverso la loro presenza o il loro lavoro, e per rinnovare il sentimento di essere parte di una comunità che non dimentica chi è venuto prima. Racchiuso in un formato quadrotto che richiama un album fotografico, l’opera di oltre 400 pagine è ben curata nei dettagli, nella grafica e nei testi e per questo risulta molto piacevole da sfogliare. Da apprezzare sono anche i disegni che segnano i capitoli del libro raffiguranti i cortili del paese, dentro i quali si svolge la vita delle famiglie (i Prest, i Broi, e i Reveane soprattutto).
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