Medico ayurvedico condannato a 3 anni
Era accusato di omicidio colposo per la morte di un paziente. Riconosciuto ai familiari un risarcimento da 100 mila euro

BELLUNO. Tre anni di reclusione. È la pesante condanna inflitta al dottor Guido Sartori, un medico ayurvedico bolognese, classe 1956, imputato di omicidio colposo per la morte di un paziente cadorino, che si era rivolto a lui per curare un tumore al retto. Il luminare ayurvedico dovrà anche risarcire i familiari del paziente con centomila euro (20.000 dei quali come provvisionale immediatamente esecutiva) e pagare 6.180 euro di spese di costituzione di parte civile. Inoltre il giudice Antonella Coniglio ha interdetto Sartori dall’esercizio della professione per la durata della pena ed ha ordinato la pubblicazione della sentenza sul sito internet del ministero della giustizia.
In sintesi, la vicenda risale al novembre 2002 quando, dopo una serie di esami, al paziente fu diagnosticato un cancro al retto all'ospedale di Pieve di Cadore. Un brutto colpo che indusse G.Z. a consultare diversi pareri medici prima di decidere la terapia da seguire. Nel gennaio del 2003 un medico gli consigliò di sottoporsi ad un intervento chirurgico per ridurre il volume del cancro e quindi sottoporsi alla chemioterapia. Ma l'uomo, dopo essere stato consigliato da un'amica veneziana, scelse di seguire i metodi di cura della medicina ayurvedica di Sartori. Due anni dopo, il 16 giugno del 2005, il paziente ampezzano morì all'ospedale di Pieve di Cadore. La procura della Repubblica di Belluno contestava al noto professionista bolognese l'accusa di omicidio colposo. Un'accusa che si fonda su alcuni punti. Tra questi il fatto che Sartori avrebbe convinto G.Z. (i cui familiari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Cesarina Mitaritonna e Massimiliano Xaiz) a non seguire le terapie della medicina tradizionale. Lo avrebbe cioè sconsigliato di sottoporsi ad un intervento chirurgico, come suggerito da un altro medico, per ridurre il volume del tumore e perfezionare la "stadiazione" in modo da iniziare una cura chemioterapica.
Aspra la discussione delle parti. Nella sua lunga ed articolata requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto la pesante condanna a tre anni ritenendo provata la responsabilità di Sartori. Dopo aver ripercorso la vicenda, il pm ha fatto anche leva sulle conclusioni della relazione del professor Baticci, consulente tecnico del tribunale, che nell’udienza di una settimana fa, aveva sottolineato che se il paziente si fosse sottoposto ad un percorso terapeutico previsto dalla medicina tradizionale, avrebbe sicuramente migliorato i sintomi. Secondo Baticci, la terapia di Sartori non avrebbe avuto effetti particolari sul paziente cadorino per due motivi: la sopravvivenza di G.Z. s'è dimostrata compatibile con una non-terapia e mancano punti di riferimento scientificiche quel tipo d'approccio terapeutico abbia avuto un effetto misurabile. Tra le richieste del pm c’era anche l’incriminazione per falsa testimonianza di due testimoni.
La difesa, con gli avvocati Sergio ed Alessandra Dati, ha sottolineato l’assenza di prove contro il medico ritenendolo perciò meritevole dell’assoluzione. A fine udienza l’avvocato Sergio Dati ha commentato così l’esito del processo: «È una sentenza totalmente ingiusta perché abbiamo fornito in aula le prove dell’innocenza: attendiamo di leggere la sentenza per poi presentare ricorso in Corte d’Appello».
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