Assolto per la morte del centauro al Boscon
Il consulente della difesa e l’avvocato convincono il giudice mentre l’accusa aveva chiesto due anni

BELLUNO. Niente omicidio colposo. Alessio Cadorin è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Nell’incidente sul Boscon del tardo pomeriggio del 10 maggio 2012, perse la vita il quarantasettenne centauro bellunese Maurizio Cervo, ma il ventunenne di Rivamonte Agordino non ha responsabilità. Il ragazzo, che dimostra un’età inferiore a quella che ha ed è difeso dall’avvocato Cristiana Riccitiello stava svoltando a sinistra all’altezza di un lungo spiazzo e dopo un cartello pubblicitario della Giorik, dopo aver messo la freccia ed essersi avvicinato alla linea di mezzeria con la sua Fiat Punto e l’impatto ci fu soltanto con la Yamaha di grossa cilindrata, che era lanciata a 140 chilometri orari, in un tratto della statale di Grappa e passo Rolle che prevede un limite di 90: una piccola botta all’altezza del paraurti posteriore. Mentre il corpo di Cervo stava volando, dopo che l’operaio della Luxottica aveva perso il controllo della due ruote. L’ha visto in volo una donna, che seguiva a bordo della propria auto, alle spalle di un furgone Hyundai con il rimorchio.
Ieri dovevano essere sentiti i consulenti. Ma mentre l’ingegner Tomasini per la difesa si è presentato e ha fatto la sue considerazioni di carattere tecnico, Zamuner per il pubblico ministero Sandra Rossi non si è visto e non era stato nemmeno citato. L’avvocato Riccitiello ha sottolineato la negligenza, ottenendo dal giudice Antonella Coniglio la decadenza del consulente. Gildo Tomasini ha rimarcato la velocità di Cervo, aggiungendo che se solo fosse andato a 122 orari sarebbe riuscito a fermarsi; osservato che il rettilineo del Boscon ha una pendenza del 5,5 per cento e, quindi, lo spazio di frenata è inferiore a quello di un piano; confermato che la marcia di Cadorin era regolare e il ragazzo non ha visto la sagoma stretta del motociclista arrivare, pur guardando negli specchietti retrovisori e avvertiuto che c’è stato solo un leggero sfioramento tra la moto e l’auto e contestato tutto quello che ha detto Zamuner.
Il pm Rossi ha ravvisato alcune stranezze. Secondo lei, Cadorin avrebbe potuto vedere la moto, il problema è che non ha guardato. La richiesta? Due anni di reclusione, a sentire Riccitiello senza la condizionale. La difesa è stata lunga e appassionata, anche sulla base dei rilievi della polizia stradale, che non ha fatto nessuna ammenda all’imputato né gli ha toccato la patente. La manovra di svolta è stata fatta in maniera corretta e non c’è stato contatto tra il corpo del centauro e la vettura. Assoluzione, pur con grande vicinanza alla famiglia di Cervo. Il giudice Coniglio ha accolto la tesi della difesa e il giovane Cadorin si è tolto un gran peso. (g.s.)
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