Appello della Buzzo «Dare alle terre alte una rappresentanza»
Lunedì l’incontro del gruppo di lavoro a palazzo Rosso mentre la Lega Nord si riunisce per fare il punto
di Valentina Voi
BELLUNO. Una candidatura cadorina sarebbe un segnale importante. Anzi, «doveroso». La pensa così Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore. Il suo è uno dei nomi in lizza per la carica di presidente della Provincia di Belluno alle elezioni di secondo grado che molto probabilmente si terranno il 12 ottobre.
«Ma non mi sono proposta io» ci tiene a precisare il sindaco, il cui nome è comparso a fianco a quello di Vania Malacarne (Lamon) e Roberto Padrin (Longarone), «è stato segnalato da alcuni sindaci delle terre alte, zone che stanno vivendo una situazione di disagio».
Nella riunione di giovedì a Belluno i primi cittadini hanno deciso: la lista per presidente e consiglieri sarà unica. Si punta quindi a trovare un equilibrio tra le esigenze dei territori e le sintonie politiche delle amministrazioni, tenendo conto anche della partita del Consorzio Bim, che vedrà presto il rinnovo dei vertici. Per decidere i sindaci hanno nominato una squadra di dieci amministratori. Gli ultimi nomi sono stati decisi ieri: Valter Dario Todesco, sindaco di Rivamonte Agordino, e Leandro Grones, primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana, si uniranno a Jacopo Massaro (Belluno), Paolo Perenzin (Feltre), Renzo Bortolot (Zoppè di Cadore), Francesca Larese Filon (Auronzo), Ennio Vigne (Santa Giustina), Umberto Soccal (Pieve d’Alpago), Camillo De Pellegrin (Forno di Zoldo) e Stefano Cesa (Mel). Appuntamento lunedì a palazzo Rosso per parlare di alcune questioni preliminari, in primis una divisione di ruoli tra Provincia, Consorzio Bim e gli altri enti partecipati dai sindaci per evitare sovrapposizioni.
Nel gruppo di lavoro mancano i nomi dei tre papabili alla presidenza della Provincia (o del Consorzio). «La sto vivendo molto serenamente» spiega la Buzzo, che non era presente all’incontro dei sindaci di giovedì dove, però, Maria Antonia Ciotti, alla guida di Pieve di Cadore, ha dato voce al malcontento di Cadore e Agordino con una lettera firmata da Siro De Biasio, sindaco di Alleghe. «Ringrazio i sindaci che hanno fatto il mio nome» continua il sindaco di Santo Stefano di Cadore, «e sento una responsabilità nei confronti delle terre alte. Siamo marginali rispetto alle altre zone della provincia e abbiamo bisogno di una rappresentanza, non necessariamente io. Chiunque sia, sarebbe un segnale importante e aggiungerei anche doveroso».
Tra le decisioni prese dai sindaci c’è anche quella di posticipare le elezioni al 12 ottobre. La situazione è molto fluida e anche i partiti politici stanno valutando il da farsi. Giovedì sera i vertici della Lega Nord bellunese si sono riuniti per analizzare la situazione. All’incontro erano presenti il vicesegretario provinciale Sandro D’Incaù, il segretario cittadino Oreste Cugnach, la senatrice Raffaela Bellot e il consigliere regionale Matteo Toscani, oltre ai vertici della lega provinciale. «Abbiamo analizzato la situazione» spiega D’Incau, «e visto che si sono allungati un po’ i tempi abbiamo lasciato aperte alcune ipotesi. La situazione è in stand-by».
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