Ogni arbusto del parco attorno alla statua in memoria dei caduti
A Valle di Cadore c’è una delle opere più imponenti realizzate dopo il conflitto dallo scultore Annibale De Lotto
di Vittore Doro
VALLE DI CADORE. Inaugurato il 28 agosto 1927 con l’orazione ufficiale del Colonnello Giuseppe Alberto Bassi, che oltre ad essere nipote da parte materna di Pietro Fortunato Calvi, fondò il Reparto d’assalto degli Arditi, Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia e decorato con due medaglie al valor militare, il monumento ai caduti di Valle di Cadore con il Parco delle Rimembranze che lo contorna, è ancora oggi considerato una delle opere più appariscenti del suo autore, lo scultore sanvitese Annibale De Lotto.
Anche se non lo ha affermato espressamente, l’autore concepì questo maestoso monumento come una manifestazione di pace. Pur rispettando la dedicazione dell’opera al ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale, svolse il tema dell’opera rappresentando, invece che l’eroismo e i patimenti dei combattenti, gli effetti tragici ed altrettanto dolorosi che la guerra ebbe sulla vita delle madri e dei figli.
Al centro della maestosa scena, fatta di pietra e con due vialetti del Parco della Rimembranza ai fianchi, infatti, c’è una madre che dopo aver fatto visita alla fiamma della Patria posta in cima alla scalinata, forse per ricordare il marito caduto, la scende pensierosa ed afflitta, con un’andatura mesta e sconsolata.
Ne ha ben donde, perchè la guerra in paese aveva fatto strage: i caduti tra Valle e Venas, erano stati 67, ai quali andava aggiunto 1 disperso. Comprensibile allora anche l’imponenza del monumento realizzato. Probabilmente la decisione di privilegiare il dolore delle madri su quello dei combattenti, doveva essere stata condivisa dai committenti del monumento, che avevano voluto rispondere con questa scelta alla retorica bellica di quegli anni, con le lacrime e il pianto delle madri e delle vedove, vittime anch’esse di quella guerra che il popolo di Valle stava commemorando.
Ogni arbusto del Parco della Rimembranza ricorda un Caduto, e attorno al fusto dell’alberello c’è una targhetta che porta il nome del soldato.
Il modello e lo stampo in gesso del monumento era stato fatto ancora due anni prima ed era rimasto in attesa, forse per motivi economici, dell’ordine per la fusione. La strada che ha portato alla costruzione del monumento, in effetti è stata lunga e non facile, tanto che solo la minaccia del Commissario prefettizio fratello di un caduto, a rinunciare al progetto, spinge il Comitato che si era formato per la sua costruzione a portare a termine l’opera. Il Comitato pro Monumento ai Caduti di Valle di Cadore nacque alla fine del 1919 su iniziativa di 7 concittadini presieduti dal farmacista e fotografo Arnaldo Marchetti. Come negli altri paesi cadorini, anche a Valle manca il lavoro e ciò rallenta anche la raccolta di fondi per il monumento. Ad aggravare la situazione, diversi membri del Comitato sono costretti a cercare lavoro all’estero.
La piaga dell’emigrazione, si fa sentire, i pochi membri che restano devono sobbarcarsi parecchio lavoro. Il Comitato inizia a raccogliere denaro per l’opera, sia girando di famiglia di in famiglia, sia organizzando feste da ballo, recite e piccole lotterie, per raccogliere finanziamenti.
Scrivono ai compaesani che hanno fatto fortuna in America, e qualcuno risponde inviando denaro. Nel 1920 organizzano una pesca di beneficenza con la quale raccolgono circa 10.000 lire. Vista l’impossibilità di ottenere contributi in denaro il Comitato chiede alla Real Casa, ai Ministeri, ai Comandi militari, il dono di oggetti da porre come premio alle pesche. Il Ministero della Real Casa invia un porta vaso in maiolica. Partecipano all’iniziativa il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, il Ministro per le terre liberate, il Ministro della Guerra. Anche la Regina Madre Margherita di Savoia contribuì con 100 lire.
Nell’ottobre del 1920, il Consiglio Comunale delibera la concessione dell’area al Comitato per l’erezione del Monumento e del parco delle Rimembranze. L’area è posta tra il municipio e la cooperativa di consumo e i lavori al piazzale iniziano quasi subito, curati dal Comune ma finanziati dal Comitato. La spesa inizialmente prevista dal Comitato era stata di 50.000 lire, ma la cifra continua ad aumentare. È individuato anche il possibile scultore nel sanvitese Annibale De Lotto, con il quale viene stipulato un contratto per 15.000 lire, comprendenti il progetto del Monumento e la realizzazione di un bozzetto in gesso che raffiguri la vedova di guerra con l’orfanello.
Il Comitato, nel frattempo, registra con cura ogni spesa, persino le 98 lire di champagne “fatto bere” all’onorevole Rossi durante un banchetto. Alla fine il Monumento costerà più di 100.000 lire. Il momento più drammatico nella sua costruzione fu quello della scelta dei nomi che avevano diritto ad esservi scolpiti: solo chi è un “Caduto”, morto in guerra o per causa di guerra. A farne le spese il militare Antonio Vienna nato a Valle il 16 Gennaio 1900 che a causa della sentenza del colonnello comandante di Distretto per il quale è morto di “Polmonite basilare bilaterale non dipendente da vere a propria causa di servizio”, non ha diritto ad apparire sul Monumento. L’omaggio del Comune di Valle ai caduti, ha due appendici: una targa apposta nel Parco delle Rimembranze dal Gruppo Ana di Valle –Venas in occasione dei 50 anni della fondazione e la lapide monumentale scolpita sempre dallo scultore Annibale De Lotto, posta sul campanile della chiesa Parrocchiale di San Marco, per volontà della frazione di Venas.
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