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Non solo monumenti anche un asilo per ricordare i caduti

È stato costruito a Vigo, insieme con una nuova strada che collega il paese con la frazione di Laggio

di Vittore Doro
2 minuti di lettura

VIGO DI CADORE. L’intenzione di erigere un monumento che ricordasse i caduti della Grande Guerra al termine del conflitto, da più parti è stato considerato quasi uno "spreco" necessario per placare il dolore nelle famiglie che erano state colpite dalla perdita dei loro cari. Quello che accadde alla fine del conflitto è stato un sentimento diffuso in tutta la provincia.

Infatti, in molti paesi del Cadore la costruzione di un monumento si è scontrata con i problemi economici legati al momento della smobilitazione dell’esercito e alla perdita del posto di lavoro per molte famiglie - specialmente per le donne - dovuta alla diminuita necessità di rifornire l’esercito e i campi di battaglia di divise e armi.

In alcuni comuni, come nel caso di Vigo e di Domegge di Cadore, la volontà di realizzare un’opera che ricordasse alle nuove leve il sacrificio di chi li aveva preceduti, si fuse con la necessità di erigere un’opera pubblica che tornasse utile ad una popolazione che non aveva molti servizi dedicati all’infanzia e alla prima giovinezza.

Così successe a Vigo di Cadore, dove la necessità di avere una struttura dove portare i bambini più piccoli – l’idea dell’asilo nido era ancora lontana - esisteva già dalla fine del 1800, quando gli abitanti erano 2500 e i ragazzi frequentanti le scuole pubbliche erano oltre 250.

Una iniziativa alquanto precaria era nata grazie alla buona volontà del maestro Dionisio Ronzon, che nonostante l’età aveva aperto un piccolo asilo nella frazione di Laggio.

Passò la Prima Guerra mondiale e insieme alla costruzione dei monumenti che ricordavano i caduti di Pelos e Laggio, nacque anche l’idea di realizzare un asilo da dedicare proprio ai caduti.

L’idea nacque come conseguenza della donazione di Vittorio Emanuele De Podestà, emigrato da giovane negli Stati Uniti, che con suo testamento lasciava al Comitato per l’Asilo, nato nel frattempo, la somma allora importante di 141.000 lire in titoli di Stato ed altri 11.000 liquidi.

La situazione politica di quel tempo, obbligò comunque l’amministazione – e di conseguenza il Comitato - a soprassedere alla realizzazione dell’asilo, fino al 1935, quando questi motivi vennero meno e fu deciso di realizzarlo costruendo un edificio nuovo in una località comoda per tutti.

Fu scelta la località di Cima Pritene tra Vigo e Laggio, vicino ad una casa settecentesca divenuta Ospedale da campo della Grande Guerra.

La località era però isolata e per poter eseguire i lavori fu necessario costruire prima la strada di accesso.

L’occasione fu presa al volo anche per realizzare un nuovo collegamento tra Vigo e Laggio.

Nel frattempo il Consiglio Comunale presieduto dal podestà Gaspare De Sandre, nel 1935, decise anche uno stanziamento pro Asilo di 183.537 lire.

L’anno successivo il noto architetto Riccardo Alfarè fu incaricato di presentare un progetto per l’Asilo che il tecnico presentò il 15 febbraio 1937.

Il fabbricato proposto è a corpi semplici e segue l’andamento del terreno. Tutti i locali sono rivolti a sud –ovest e la sua fronte principale misura 36,25 metri. L’architettura dell’edificio è semplice, di stile novecentesco e priva di decorazioni.

La realizzazione del progetto è opera dell’impresa Menegaz & Roit di Ponte nelle Alpi, che costruì l’edificio con un costo di 345.135 Lire. All’interno, in corrispondenza diretta con la scala, in posizione centrale e isolata, fu costruita una Cappelletta “Ricordo ai Caduti” ai quali l’edificio sarebbe stato dedicato.

È un locale a pianta circolare con una volta a cupola, dell’altezza interna di oltre 9 metri e con un altare alla parete. Il tema del sacrificio dei soldati, è riportato nei dipinti della cappella, che rappresentano un interessante momento artistico nel contesto della costruzione e costò un supplemento di spesa di 13.000 lire. L’opera fu inaugurata il 7 giugno 1942, dal Cardinale Adeodato Piazza, originario di Vigo, da don Pietro Peruzzi, dal podestà Gaspare Nicolai e da una folla di cittadini.

Negli anni successivi all’inaugurazione, nell’atrio venne posta una grande lapide recante i nomi di tutti i caduti del Comune di Vigo, sulla quale successivamente, furono aggiunti anche i morti nelle guerre successive.

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