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Una semplice croce per ricordare i caduti

Cortina, venne eretta alla fine della Grande Guerra. Vi si leggono solo delle parole tedesche

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CORTINA. Nessuno oggi ricorda dove venne eretto il primo monumento dedicato al ricordo dei caduti ampezzani.Era una croce insolita sia per il luogo dov’è stata eretta, sia per la sua forma: un unico monumento per ricordare i caduti ampezzani di ben 5 anni di guerra combattuti su vari fronti: Serbia, Galizia, Italia, Tirolo.

Il piccolo monumento a forma di croce è stato eretto alla fine del conflitto. La stessa località dove fu eretto è difficile da individuare: la croce si trova in una radura all’interno di un boschetto di abeti, pini e di alberi cedui, come testimoniano le foglie rimaste sul terreno. Una radura nella quale sono state erette anche altre due croci: una seconda di legno ed una terza di ferro con una base di cemento sulla quale è stata applicata una fotografia ovale che ritrae una donna.

Sulla croce in legno si leggono ancora alcune parole in lingua tedesca, ma non si legge più la data della sepoltura. Non c’è alcun recinto e quindi la zona doveva essere libera e accessibile a tutti. Sconosciuto il luogo, sconosciuti gli autori dell’omaggio agli abitanti della valle d’Ampezzo.

L’unica documentazione è stata tramandata da una cartolina stampata da Leo Steiner di Innsbruck e firmata da Richard Muller, di Innsbruck. L’unica ipotesi che è stata fatta alla fine degli anni ’90, nata dal ricordo di alcuni anziani regolieri ampezzani, parla di un Cappellano militare, originario di Cortina, don Bruno Menardi Mérsa, nato nel 1877 e morto nel 1970, che alla fine della Grande Guerra divenne parroco di San Pietro di Tures, in Valle Aurina. Sarebbe stato lui l’autore del monumento a forma di croce dedicato ai Caduti ampezzani. Il monumento sarebbe stato posizionato proprio nelle vicinanze della città di Innsbruck. Da qui la cartolina, forse stampata per informare dell’esistenza del monumento gli ampezzani.

Il sacerdote, durante il suo servizio di Capellano militare, potrebbe aver conosciuto i suoi concittadini, che forse potrebbe aver assistito anche nei momenti più difficili. Il monumento è molto semplice: un palo verticale ed un altro orizzontale a formare la croce. La croce era completata da due tavole congiunte a tettuccio triangolare sopra la barra orizzontale, com’è in uso per i cimiteri delle vallate alpine. Subito sotto l’incrocio del tettuccio una targhetta con la data: 1914- 1915. Subito sotto a questa, quattro tavole con segnate la località della morte e i nomi di caduti ampezzani. Un elenco che comprende anche alcuni caduti non segnalati nell’elenco riportato nella Storia di Cortina del Ricchebuono. Il primo elenco riporta i nomi dei caduti tra il 1914 e il 1915: Caduti in Serbia – Isidoro De Bona – Dòro dal Pan- deceduto il 24 novembre 1914; Luigi Zardini –Làrese 23 novembre 1914; Giovanni Lorenzi – disperso. Poi nel 1916 è riportata la notizia della morte di Giovanni Apollonio Longo, mentre nel 1917 risulta la morte di Luigi Alverà Lete. Nel 1918 è ricordata la morte di Antonio Alberti Cuciarin. Subito sotto l’indicazione di ben 15 caduti in Galizia in vari anni: Antonio Di Bona Moro –ottobre 1914; Stefano Alberti Minel 19 maggio 1915; Amedeo Menardi de Zan 26 novembre 1914; Buonaventura Gaspari Leon 2 settembre 1914; Rodolfo Dimai Fileno 15 dicembre 1914; Giovanni Apollonio Longo 14 ottobre 1916; Giuseppe Apollonio Nanarelo 5 febbraio 1915; Antonio Dallago Tocio 1914 disperso; Luigi Lacedelli Poloto 9 settembre 1914; Giovanni Alverà Santabela 21 ottobre 1914; Carlo Verocai de Carlo 9 settembre 1914; Angelo Constantini Febar 6 luglio 1915 –Graz; Orazio Alberti Nito13 giugno 1915; Antonio Alberti Cuciarin 6 aprile 1918 Torino; Angelo Lacedelli – non figura tra i 134 caduti ufficiali. Sulla terza tavola, situata sotto al braccio trasversale, c’è l’elenco dei 13 caduti in Italia sul fronte delle Dolomiti: Giuseppe Gaspari Lasta 9 luglio 1915 –Col di Lana; Agostino Verzi - non figura tra i 134 caduti ufficiali; Giovanni Majoni Boto 23 settembre 1915- Landro; Angelo Majoni - non figura tra i 134 caduti ufficiali – Landro 23 settembre 1915;Luigi Franceschi Mescol 3 agosto 1915 Col Isarco; Giacobbe Majoni anche lui non figura tra i 134 caduti ufficiali; Raffaele D’Andrea Bijo 20 ottobre 1915- Monte Sief; Luigi Alverà 19 aprile 1917 –Polonia; Luigi Demenego Toto 29 luglio 1915- Terza Tofana; Massimiliano Alberti Minel 17 agosto 1915- Dobbiaco; Guido Lacedelli Juscia 2 luglio 1915- Pederù; Luigi Apollonio anche lui non figura tra i 134 caduti ufficiali, Pietro Di Pol de chi De Pol 19 ottobre 1915-Monte Scief. Il monumento è completato da una corona di sempreverde, testimonianza di amore e riconoscenza. (I nomi dei caduti sono stati tratti dal libro Aufwiedershen Cortina di Paolo Giacomel, che si ringrazia).

Vittore Doro

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