Comune unico: a Chies la minoranza all’attacco
Il capogruppo dell’opposizione chiede al sindaco Dal Borgo perchè l’ente si oppone al progetto. E perchè non convoca i cittadini per chiedere il loro parere

CHIES D’ALPAGO. Interrogazione della minoranza di Chies al sindaco Gianluca Dal Borgo sulla questione della fusione di Farra, Pieve e Puos in un unico Comune.
Il consigliere Bruno Giuseppe Ghigliano, capogruppo di minoranza (lista del candidato sindaco Piero Bridda), sul progetto di costituzione del Comune unico “Alpago”, pone come premessa all’interrogazione il fatto che l’amministrazione comunale di Chies, assieme a quella di Tambre, «pur invitata, ha deciso di non partecipare a questo progetto di fusione». «Ufficialmente l’amministrazione non ha mai fornito spiegazioni al consiglio comunale in merito alla propria scelta di non aderire alla fusione, se non attraverso notizie apparse su alcuni quotidiani locali», si afferma.
Le obiezioni della minoranza riguardano la mancanza di risposte alle domande «che ci giungono da molte parti della cittadinanza, richieste di chiarimenti in merito a tutta la vicenda a cui non riusciamo a dare risposte a causa della mancanza di informazioni ufficiali». Sottolineando che con la denominazione geografica “Alpago” si intende «la zona costituita da tutti i cinque Comuni della conca e non solo i promotori della fusione parziale», l’opposizione chiede al sindaco Dal Borgo «se si intenda o meno informare il consiglio comunale di Chies relativamente alla scelta e alle motivazioni di non aderire alla costituzione di un Comune unico».
Inoltre, continua la nota, «se intenda opporsi o meno che il costituendo Comune unico assuma le denominazione di “Alpago”, dal momento che questo nome non appartiene solo ai tre promotori della fusione parziale, e che una tale denominazione creerebbe confusione nei confronti del nostro Comune che porta nel proprio nome la medesima definizione». L’interrogazione infine punta a sapere se l’amministrazione intenda o meno organizzare un dibattito pubblico per informare» la gente sulla «propria posizione in merito a questa vicenda».
In occasione del precedente referendum (nel dicembre 2001) in merito a un eventuale fusione di tutti e cinque i Comuni alpagoti, i cittadini di Chies, pur non raggiungendo il quorum, che a quel tempo era ancora in vigore, si erano dichiarati a favore della fusione. Un precedente che secondo la minoranza consiliare non può venire ignorato.
Silenzio ufficiale finora anche da parte dell’amministrazione comunale di Tambre, che pare allineata con quella di Chies e che soltanto poco tempo fa, in cambio del trasferimento della sede legale dell’Unione montana da Puos a Tambre, dovrebbe aver ripristinato ufficialmente la dicitura “d’Alpago”.
Ezio Franceschini
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