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Molestò e minacciò il vicino: assolto

VOLTAGO AGORDINO. Era accusato di aver minacciato, aggredito e molestato un vicino di casa, creandogli uno stato di grave ansia e paura per la propria incolumità, ma ieri pomeriggio il giudice del...

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VOLTAGO AGORDINO. Era accusato di aver minacciato, aggredito e molestato un vicino di casa, creandogli uno stato di grave ansia e paura per la propria incolumità, ma ieri pomeriggio il giudice del tribunale di Belluno, Domenico Riposati ha assolto D. A., classe 1945, perché il fatto non sussiste, accogliendo di fatto la richiesta dell’avvocato difensore Roberta Resenterra.

I fatti per cui l’uomo si è ritrovato a processo risalgono al periodo che va dal maggio 2009 all’aprile 2012. A scatenarli l’acquisto di un terreno dove insistono una baracca e una legnaia, un terreno confinante appunto con quello della parte offesa, che si è costituita parte civile (con l’avvocato Giorgio Gasperin).

L’imputato in più episodi, reiterati nel tempo, avrebbe molestato il vicino così da causargli uno stato di ansia tale, che quest’ultimo sarebbe stato costretto a rivolgersi anche a uno psichiatra e ad assumere dei farmaci.

La parte offesa, secondo quanto raccontato, non avrebbe avuto neanche più il coraggio di uscire nel giardino della propria abitazione o di affacciarsi alle finestre di casa per timore di essere aggredito. A questo si sarebbero aggiunti anche degli insulti, delle offese e delle aggressioni fisiche, tanto che in un episodio la parte offesa avrebbe riportato delle ferite al labbro inferiore che all’epoca dei fatti erano state giudicate guaribili in 6 giorni.

Ieri pomeriggio, il pubblico ministero Sandra Rossi ha chiesto al giudice di riconoscere la responsabilità penale di questi atti persecutori a carico dell’imputato, condannandolo a un anno di reclusione, mentre la parte civile ha chiesto il risarcimento dei danni subiti dal suo cliente, soprattutto per quanto riguarda lo stato di ansia che sarebbe conseguito a questi comportamenti dell’imputato, quantificandolo in 15 mila euro. Risarcimento che avrebbe dovuto essere versato anche in caso di un’eventuale sospensione della pena. Il difensore di D.A., invece, ha messo in dubbio le accuse mosse nei confronti del suo assistito, che avrebbe agito, a suo dire, in risposta alle provocazioni ricevute chiedendone appunto l’assoluzione. E così è stato.

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