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Comune Alpago: la fusione avrà ripercussione in Um

Dopo il disegno di legge approvato dalla giunta regionale, ci saranno il passaggio in consiglio e il referendum. Ma l’opposizione di Tambre e Chies peserà sull’ente

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ALPAGO. Con l’adozione di ieri da parte della giunta regionale del disegno di legge per l’istituzione del nuovo Comune denominato ''Alpago'', mediante la fusione dei Comuni di Farra, Pieve e Puos d'Alpago, accelera l’iter per la formazione di un Comune unico per tre su cinque dei Comuni presenti nella Conca. In base alle deliberazioni dello scorso maggio adottate da ciascuna amministrazione e concordate nei rispettivi consigli comunali, il primo identikit del nuovo Comune parte dal nome: si chiamerà infatti Comune Alpago.

La sede legale sarà posta a Pieve d’Alpago, la sede amministrativa a Puos d’Alpago e la sede operativa a Farra d’Alpago. Un’altra novità, rispetto ad altri progetti di fusione, prevede che negli ambiti territoriali, già sedi di Comuni, vengano istituiti dei municipi che servano di riferimento alla popolazione, integrati con gli altri uffici comunali. Il disegno di legge passerà ora al vaglio del consiglio regionale per la discussione e l’approvazione definitiva. Finita questa prima fase, poi saranno i cittadini a dirsi favorevoli o no alla fusione, attraverso un referendum consultivo (senza quorum) per i tre Comuni, che dovrebbe avvenire entro la fine di novembre. “È giusto che i nostri cittadini si esprimano in merito alla fusione», sostiene il sindaco di Farra, Floriano De Pra, che sottolinea il favore con cui la Regione ha accolto il progetto e la sua conseguente approvazione: «Noi siamo convinti che i vantaggi siano indiscutibili e cercheremo di renderli noti a tutta la cittadinanza insieme agli altri due Comuni».

All’appello del Comune unico in Alpago mancano il Comuni “alti” di Tambre e Chies, i cui sindaci, rispettivamente Oscar Facchin e Gianluca Dal Borgo, hanno scelto di non partecipare al progetto di fusione, esponendo le loro ragioni, accolte all’unanimità anche dalle opposizioni, nel corso di un recente consiglio comunale congiunto tra i due paesi alti della Conca.

Lo spopolamento delle zone alte e il progressivo depauperamento dei servizi sono i timori sostanziali espressi dai due sindaci, nel caso della formazione un Comune unico per tutto l’Alpago. Anche Farra d’Alpago, con la frazione di Spert, raggiunge le zone alte fino al Cansiglio. «Noi per esempio abbiamo il lago e la foresta del Cansiglio, ed è interesse di tutti sostenerle, valorizzarle e migliorarle tutte e due», fa notare De Pra, «Spert avrà un ruolo sempre più importante nel settore turistico, un ufficio comunale di riferimento, e inoltre ci sono già numerose opere pubbliche in corso che interessano la frazione. E ogni peculiarità dei nostri Comuni verrà valorizzata nell'interesse di tutti».

In ogni caso le amministrazioni di Chies e Tambre sembrano intenzionate a fare propaganda al contrario, puntando a evidenziare eventuali limiti e controindicazioni della ricetta. Un’opposizione, quella dei "paesi alti", che Facchin ha definito “politica” e destinata a ripercuotersi anche in Unione montana dove Gianluca Dal Borgo ha recentemente sostituito alla presidenza Umberto Soccal (passato a quella del Consorzio Bim), fautore di un lavoro di riorganizzazione delle funzioni associate svolte dall’ente montano per conto dei Comuni, propedeutico alla formazione di un Comune unico per tutto l’Alpago. Una partita da cui Chies d’Alpago e Tambre, almeno per ora, si sono tirati fuori.

Ezio Franceschini

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