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Consegnato alla Cucchini il premio San Martino

L'abbraccio dei bellunesi ai volontari “invisibili” che confortano i malati

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BELLUNO. Una realtà che, in 26 anni di attività, è riuscita a «sconfiggere la “leggenda nera” in cui l’uomo lacrima in solitudine».

Il premio San Martino di quest’anno è stato assegnato all’associazione Cucchini. Un modo per dire grazie a tutti i volontari che, dal 1989, si impegnano per alleviare le sofferenze di malati oncologici in fase avanzata e persone affette da altre malattie evolutive e irreversibili. Un impegno che si esplica anche nei confronti di interi nuclei familiari, sia nella fase della malattia che in quella del lutto.

E Belluno, autorità e semplici cittadini, si è stretta attorno alla Cucchini in una sala del Teatro comunale gremita e con il palco abbellito con girasoli, fiore simbolo dell’associazione. Tantissime le persone che, con la loro presenza, hanno voluto omaggiare «chi continua a impegnarsi per dare risposta alle esperienze più dolorose», citando ancora le parole di Francesco Rasera Berna, presidente del consiglio comunale, «in cui l’uomo che aiuta l’uomo riesce ad alleviare anche le sofferenze profonde». E per la Cucchini, come evidenziato da Dino Bridda, che ha condotto la cerimonia (e che è anche consigliere del direttivo dell’associazione), si può dire che ci fosse una sorta di “predestinazione” al Premio San Martino, «una prosecuzione naturale che va nella direzione della solidarietà». Nel 2000 il riconoscimento era stato infatti assegnato al dottor Giuseppe Tormen, nel 2002 a Lelio Gava (scomparso poco tempo fa) e nel 2004 a Giambattista Arrigoni. Tutte figure che, nella storia della Cucchini, hanno avuto un ruolo determinante.

«Sono qui a rappresentare la soddisfazione dell’intera associazione», ha sottolineato Vittorio Zampieri, presidente della Cucchini, visibilmente commosso. «Quando, lo scorso 13 ottobre, ho ricevuto la telefonata di Rasera Berna, sono “caduto dalle nuvole”, stupito ed emozionato come ora. Una decisione di cui non sapevo nulla. Il premio rappresenta il ringraziamento di tante famiglie che abbiamo aiutato. Noi bellunesi siamo chiusi e restii a ringraziare con le parole, ma dimostriamo con i fatti il “grazie” che sta in fondo al cuore. Spiace non possano essere con noi Gava e Mario De Marchi (che fu il primo presidente della Cucchini, ndr), alla cui memoria va un sentito e dovuto pensiero». Ma Zampieri ha voluto dire grazie anche a tutti i volontari («compresi quelli più “invisibili”, il cui compito è indispensabile, come gli autisti del trasporto ausili, coloro che puliscono la sede e il giardino di “Casa Tua Due”»), ai medici palliativisti che operano in modo gratuito, ai collaboratori professionali, all’infermiera, alla psicologa e a tutti coloro che, a vario titolo, si spendono per aiutare chi soffre.

«Ci sono due aspetti dell’attività della Cucchini che meritano di essere sottolineati, non solo per accrescere la conoscenza, ma anche per offrire degli spunti di riflessione alla comunità», ha detto il sindaco Jacopo Massaro in una cerimonia che ha visto la partecipazione degli alunni della scuola di musica “Miari”.

«Il primo è che l’operato della Cucchini ci conduce sulla strada della verità. Siamo infatti abituati, per una questione culturale, a ritenere caritatevole il tacere le sofferenze. L’associazione affronta invece la verità di tutti i giorni, in cui il “tema” più difficile che dobbiamo tutti prima o poi affrontare, quello della morte, è in primo piano. Lo sforzo umano dei volontari è profondo. In secondo luogo, al giorno d’oggi, la Cucchini è l’unica realtà che dà risposta al bisogno ancestrale di avere una comunità che si prenda cura di noi nei momenti più difficili. E per questo, per l’insegnamento che continua a darci, dobbiamo ringraziare di cuore questa associazione».

Martina Reolon

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