Il sindaco Da Roit «Mancano servizi sul territorio»
AGORDO. «Il fatto fondamentale che si registra nell’Agordino, in questi ultimi vent’anni, è il depotenziamento del nostro ospedale: un tempo era per acuti H24, ora le prestazioni si fanno sempre più...
AGORDO. «Il fatto fondamentale che si registra nell’Agordino, in questi ultimi vent’anni, è il depotenziamento del nostro ospedale: un tempo era per acuti H24, ora le prestazioni si fanno sempre più in elezione, cioè solo su programmazione».
È rammaricato, ma intenzionato a non mollare Sisto Da Roit, sindaco di Agordo, che racconta il declino della sanità della vallata agordina: «Reparti sono stati trasformati in week surgery, primariati sono spariti, svariate attività ora sono fatte in tandem con Belluno o con Pieve di Cadore. E cosa dire della chiusura di Pediatria? Ci avevano promesso che sarebbe subentrato un servizio di astanteria e un ambulatorio pediatrico al Pronto soccorso, ma non abbiamo ancora visto alcunché. E intanto la Val Cordevole si trova senza un pediatra di libera scelta proprio».
Problemi anche per i reparti di Ortopedia e Cardiologia: «Il primo», dice Da Roit, «non è pienamente operativo per la mancanza del primario, che ora è in aspettativa, ma che da settembre andrà in pensione; per questo abbiamo chiesto all’Usl di provvedere alla sua sostituzione, anche perché ad oggi è stata sospesa la reperibilità notturna dell’ortopedico. La Cardiologia è invece coperta da un unico specialista, che viene supportato da un collega fisso in Pronto soccorso: spesso, purtroppo, non si riesce a garantire la presenza di almeno uno di questi due medici. Anche in Anestesia manca il primario, speriamo di poterne avere uno entro l’autunno». Il sindaco è preoccupato per la carenza di servizi. «Potremmo farci una ragione del depotenziamento dell’ospedale se i servizi funzionassero», dice Da Roit. «Abbiamo settori in emergenza, come quelli che riguardano ragazzi e famiglia, il Serd e il dipartimento di salute mentale. C’è necessità di avere una rete di servizi che non costringano le persone a fare tanti chilometri per trovare una risposta ai loro bisogni», conclude il primo cittadino. «Resta la questione delle risorse da stanziare sul sociale, che sta mettendo a dura prova i bilanci comunali». (p.d.a.)
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