«Terna non vuole il confronto tecnico»
Belluno, Limana, Longarone e Perarolo accolgono il suggerimento della Regione a istituire un tavolo, la società no
di Alessia Forzin
BELLUNO. Le posizioni sono ormai salde. Quattro Comuni, con il capoluogo in testa, chiedono a Terna di rimettere mano al progetto di razionalizzazione della rete elettrica. Due, Ponte nelle Alpi e Soverzene, premono per chiudere con il progetto in valutazione al ministero. Ieri i sindaci si sono confrontati con Terna a Venezia, nella riproposizione della riunione saltata poche settimane fa. E sempre ieri anche il Comune di Cortina ha preso posizione contro i tralicci a ridosso delle Dolomiti: «Rispetto all’utilità di avere una linea che proviene da Nord, non pensiamo si possa compromettere l’ambiente in cui Terna progetta di sistemare i cavi elettrici», ha spiegato il sindaco Andrea Franceschi, dichiarando la netta contrarietà della sua giunta all'intervento pensato da Terna per il territorio ampezzano.
Nel frattempo a Venezia i sindaci della Valbelluna ribadivano le proprie posizioni. Compresa la difficoltà di uscire dall'impasse, il presidente della Commissione Via ha suggerito una soluzione: istituire un tavolo tecnico, alla presenza dei Comuni e di Terna, per affrontare tutte le questioni.
«Abbiamo dato piena disponibilità, così come Limana, Perarolo e Longarone», spiega il sindaco del capoluogo Jacopo Massaro. «Ponte non si è espresso, Terna invece ha manifestato la propria contrarietà a questa soluzione».
All'incontro c'erano amministratori e tecnici di tutti i Comuni interessati dal noto progetto di razionalizzazione della rete di trasmissione nazionale nella media valle del Piave.
«Noi abbiamo ribadito che bisogna riprogettare tutto», continua Massaro, accompagnato in Regione dal consigliere Simonetta Buttignon. «Abbiamo dimostrato anche con l'ausilio di video e rendering preparati dagli uffici che l'intervento proposto da Terna non è una semplice razionalizzazione, ma lo spezzone di un elettrodotto a 380 kV che collegherà l'Austria alla pianura veneta. Abbiamo anche sottolineato come la scelta di Terna di mettere i tralicci armati a 380 genererà conseguenze negative per il territorio».
Massaro ha parlato dell'impatto sull'aeroporto, dell’impatto sull'ambiente. «Non siamo contrari a far passare opere importanti per la comunità, ma chiediamo di farlo in modo sensato, oculato e con le adeguate tecnologie», ribadisce il sindaco.
Posizione condivisa da Limana. «Siamo contrari al progetto, così com'è stato predisposto», spiega il vicesindaco Edi Fontana. «Va riprogettato. Pretendiamo che siano usate tecnologie all'avanguardia, perché il Bellunese non deve essere considerato in maniera diversa dal resto d'Italia. Le alternative (come il passaggio dell'elettrodotto lungo il corridoio autostradale e l'interramento) ci sono, Terna le usa altrove. Perché qui no?».
Limana ha dato la sua disponibilità a sedersi al tavolo tecnico, e lo stesso ha fatto il sindaco di Perarolo Pierluigi Svaluto Ferro. Che spiega: «Il tracciato dell'elettrodotto non rispetta gli accordi che erano stati presi nel momento del confronto con il territorio. O si rivedono le criticità o potremmo anche tornare in consiglio e ritirare l'atto firmato (il protocollo d'intesa, ndr) in sede di autotutela».
«Se per il territorio non ci sono migliorie ma nuove criticità, possiamo anche tenerci la linea elettrica dov'è».
Anche Terna ha ribadito le sue spiegazioni sul progetto e la riunione si è conclusa con l’auspicio della Regione a istituire un tavolo tecnico di confronto.
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