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«Questa Provincia merita rappresentanza»

Il sociologo del Bard Diego Cason è convinto che la crisi si possa frenare con politiche ad hoc

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BELLUNO. Soldi, politiche adeguate ai territori, rappresentanza. Invertire il trend dello spopolamento che strangola la montagna è possibile, secondo Diego Cason, sociologo ed esponente del Bard. Movimento che da anni lavora per favorire politiche che garantiscano sviluppo e futuro alla montagna. «Per frenare lo spopolamento servono politiche e strumenti di amministrazione su misura dei territori montani», spiega. «Ad esempio politiche che favoriscano l'insediamento delle giovani coppie in montagna, come succede da anni in Alto Adige dove vengono dati incentivi a chi sceglie di vivere in certe vallate. Ma anche politiche che favoriscano la presenza dei negozi di vicinato».

C'è poi il tema della rappresentanza, caro al Bard. «Il pensiero dominante oggi è la semplificazione», prosegue Cason. «Via le Province, via il Senato, via i Comuni sotto i cinquemila abitanti. Secondo noi, invece, i territori montani non possono rimanere privi di una rappresentanza, perché è necessario un ente che si occupi delle istanze delle comunità».

La proposta del Bard è semplice: riportare la Provincia a ente di primo livello, elettivo, con un consiglio provinciale formato da quattro rappresentanti per ciascuna vallata (Cadore, Agordino, Feltrino e Bellunese), anche loro, come il presidente, eletti dal popolo. In questo modo tutte le istanze dei territori avrebbero la giusta attenzione. E in questa Provincia non dovrebbero esserci i sindaci: non solo perché hanno altro di cui occuparsi (amministrare un Comune), ma anche perché chi viene eletto in un territorio fatica ad avere quello sguardo ad ampio raggio per occuparsi anche di zone distanti decine di chilometri.

Ma la rappresentanza da sola non basta. Servono anche risorse: «Le tasse che pagano i bellunesi dovrebbero restare sul territorio ed essere gestite dal territorio», continua Cason. «La sovranità politica ha bisogno di quella economica per funzionare». Cason si spinge a indicare la necessità, per i territori montani, anche di una sovranità legislativa, per lo meno su alcune materie (gestione del territorio, attività produttive, turismo, gestione delle proprietà pubbliche e private, politiche residenziali, commerciali, gestione dell'agricoltura).

«I nostri rappresentanti politici dovrebbero fare fronte comune per dare una risposta alle esigenze della montagna», conclude Cason. «Certo, ciascuno di loro risponde ad un partito, ma è anche assurdo non trovare unità di intenti se un provvedimento è buono per un territorio». (a.f.)

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