Rubava slip e reggiseni nei negozi in piazza: arrestata
I carabinieri hanno individuato e fermato un’albanese di 31 anni che aveva colpito da Oviesse e Golden Point. La donna è stata scarcerata e ha l’obbligo di firma
Gigi Sosso
BELLUNO. Biancheria e bigiotteria. Un bottino superiore ai 100 euro, che è costato l’arresto per furto a R.M., una 31enne studentessa lavoratrice albanese di Tirana, che vive in città da regolare. I carabinieri l’hanno bloccata da Oviesse, ma era già stata da Golden Point. Girava per piazza dei Martiri, in un Giovedì di sera e chissà se avrebbe colpito ancora, tra gli scaffali di reggiseni, mutandine, orecchini e collane.
Arresto convalidato. Il giudice per le indagini preliminari Sgubbi ha convalidato l’arresto, ma la donna ha lasciato il carcere veneziano della Giudecca, dove aveva passato la notte da detenuta. Il procuratore Pavone aveva chiesto la conferma della misura cautelare, tenuto conto anche del fatto che l’indagata ha dei precedenti, il difensore Prade ha cercato di ottenerne una di più lieve e il gip ha disposto l’obbligo di firma per quattro volte alla settimana al Comando dei carabinieri. È tornata in libertà, ma ha degli appuntamenti fissi da rispettare in viale Europa.
Tra gli scaffali. Secondo la ricostruzione dei militari, la donna era tenuta sotto controllo da un po’ di tempo. Poco prima del consueto orario di chiusura, è entrata nel grande magazzino Oviesse, dove le commesse si sono insospettite, vedendola vagare tra i reparti. Una di loro ha chiamato i carabinieri, temendo che qualcosa stesse per sparire e l’intuizione è stata giusta.
La refurtiva. La pattuglia è arrivata e le ha trovato adosso un paio di orecchini e una collana color argento, due collane color oro, due reggiseni e un paio di mutandine. Ma a guardare meglio sono spuntati anche uno slip e quattro reggiseni, che erano stati prelevati nel negozio accanto e sono stati riconosciuti dalla commessa, che non si era accorta del furto. I capi erano stati privati dei rispettivi talloncini, passando senza sirene attraverso i dispositivi antitaccheggio. La merce è stata restituita alle aziende proprietarie e la donna è stata arrestata in flagranza di reato: furto aggravato dal fatto che la refurtiva era esposta alla pubblica fede ed è stata nascosta. Visto che la sezione femminile non c’è più all’interno del carcere di Baldenich, non è rimasto che portarla fino alla Giudecca. La permanenza forzata in laguna è durata fino a ieri. L’udienza di convalida si è svolta nel pomeriggio al palazzo di giustizia e si è conclusa con la scarcerazione, ma anche con l’obbligo di firma.
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