BELLUNO. In quattro anni il personale dell’ufficio scolastico provinciale è passato da 25 dipendenti a 10 (compresi la dirigente e il centralinista). Ed entro la fine dell’anno altre due persone se ne andranno. L’emergenza è più che evidente, e per questo servono delle soluzioni immediate.
Ieri mattina i segretari regionali e provinciali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals e Gilda e della Funzione pubblica si sono ritrovati a Venezia all’Ufficio scolastico regionale per discutere il da farsi.
«Il nostro ufficio è quello messo peggio di tutto il Veneto», spiegano Milena De Carlo dello Snals e Lorella Benvegnù della Cisl scuola, «per questo servono interventi immediati. Nell’incontro, molto utile, sono state messe sul tavolo alcune soluzioni per risolvere una situazione che rischia di non garantire più il servizio».
«Stiamo parlando di un servizio pubblico, che come ci ha detto la stessa dirigente regionale, ha avuto quest’anno una delle performance migliori d’Italia e questo grazie al grande senso di abnegazione del personale che non si è mai risparmiato in questi mesi, dovendo far fronte a pratiche sempre più complesse e soprattutto in tempi strettissimi. E ciò a causa dei ritardi del Miur nel gestire l’intera partita della Buona scuola», dice Benvegnù che aggiunge: «Come Cisl abbiamo coinvolto anche la Confederazione. Chiediamo, pertanto, che vengano pagati gli straordinari ai dipendenti: si tratta di centinaia di ore che se dovessero essere fatte implicherebbero la chiusura per mesi dell’ex Provveditorato».Tra le soluzioni presentate vi è quella di coinvolgere direttamente l’organo governativo sul territorio cioè la Prefettura dove, entro la settimana prossima, dovrebbero ritrovarsi non solo i sindacati e i soggetti interessati, tra cui la stessa dirigente regionale dell’Ufficio scolastico, ma anche i politici bellunesi. «Lo scopo è quello di far sì che si attivino perché all’interno della Legge finanziaria vengano trovati i soldi per assumere il personale necessario per l’attività degli uffici bellunesi», precisa De Carlo, che aggiunge: «Nel frattempo per far fronte alla carenza di personale, sarà necessario utilizzare la mobilità intercompartimentale cercando degli addetti da altri uffici pubblici che nel frattempo sono stati razionalizzati».
«Questo ufficio», concludono i sindacati, «è un pezzo di servizio pubblico che dobbiamo difendere perché funziona (se il numero di personale è quello congruo) e in più è fondamentale per la nostra piccola realtà di montagna, dove la densità della popolazione è tra le più basse del Veneto».
«Non sarebbe pensabile, infatti, essere accorpati con altre province. Inoltre», concludono, «l’Ufficio scolastico territoriale è importante per se stesso, per la scuola di tutta la provincia. Siamo sicuri, comunque, che la dirigente Possamai riuscirà a gestire la partita in maniera egregia organizzando nel miglior modo possibile l’ufficio e coinvolgendo gli enti locali per la salvaguardia dell’attività scolastica».
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