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Scritte, rifiuti, ieri anche il vomito sempre più degrado in stazione

Ponte nelle Alpi. I pendolari diretti al lavoro si sono trovati di fronte uno spettacolo desolante Una viaggiatrice: «Manca un presidio e si arriva a questo. E poi vogliamo la provincia turistica?»

di Alessia Forzin
1 minuto di lettura

PONTE NELLE ALPI. Non c’è pace per i pendolari. Viaggiare in treno sta diventando un’agonia per chi sceglie di lasciare a casa la macchina per gli spostamenti quotidiani. Stavolta non c’entrano i ritardi dei convogli, il riscaldamento rotto o il sovraffollamento, tutte problematiche ben note ai pendolari, anche bellunesi. Se domenica una viaggiatrice segnalava disagi sulla linea Padova-Montebelluna (frequentata anche da molti bellunesi), con l’acqua che è filtrata dal tetto bagnando i passeggeri e tutti i loro bagagli, oggi a finire nel capitolo “cose da sistemare con urgenza” c’è la stazione di Polpet.

Ieri mattina i pendolari si sono trovati davanti un quadro desolante, Non nuovo, ma peggiorato ulteriormente. Sulle pareti della sala d’aspetto e dell’atrio continuano a comparire scritte e firme dei soliti writers, ma ieri i viaggiatori si sono trovati costretti anche a fare lo slalom fra bottiglie abbandonate a terra e chiazze di vomito. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. «La mancanza totale di presidio porta a questa situazione», sbotta Sara Gnech.

La ragazza lavora in centro storico a Belluno e tutte le mattine prende il treno a Polpet per raggiungere il capoluogo. Ieri non ce l’ha fatta più a sopportare il degrado in cui versa la stazione e, giunta a Belluno, ha scritto una bella segnalazione sull’apposito modulo.

«Penso che non sia accettabile che la stazione più importante della provincia, essendo l’unica di scambio, versi in queste condizioni. Poi vogliamo la provincia turistica?!», si chiede.

In effetti il quadro è desolante. Immaginarsi un turista che arriva a Polpet, diretto sulle Dolomiti, e viene accolto in quello spazio spesso sporco e abbandonato a sè stesso, fa per lo meno scuotere la testa. In stazione a Polpet da anni non c’è più il capostazione, «e mancando un presidio si arriva a queste conseguenze», continua la giovane.

E c’è anche qualche problema con le barriere architettoniche: «È stato realizzato un sottopasso, che consente di raggiungere solo il terzo binario quando avrebbe potuto essere realizzato un collegamento con la piazza di Polpet», aggiunge. «Ma soprattutto non è stato previsto un ascensore e, non essendoci presidio, se un utente ha necessità di andare al secondo o al terzo binario e ha una disabilità motoria, oppure un bagaglio ingombrante o un bambino sul passeggino, non può farlo. Se ci fosse almeno un capo stazione, questi potrebbe permettere al viaggiatore di attraversare in sicurezza i binari. Ho amiche che vorrebbero prendere il treno con i bambini, ma non lo fanno per questo motivo». Anche questo un dettaglio poco qualificante per una stazione che fa da porta di ingresso alle Dolomiti.

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