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Valentina, Daniele e la chianina bellunese

Nel 2013 il via dell’agriturismo “Cascina Dolomiti”. «Ci vuole tanta passione, ma la burocrazia...»

di Francesca Valente
2 minuti di lettura

CESIOMAGGIORE. Imprenditori agricoli si cresce, al fianco di genitori che fanno i malgari da una vita e inseguendo poi la propria strada, tracciata comunque fin da piccoli.

Valentina Guerriero, 29 anni di Sorriva, ha cominciato a lavorare il formaggio e ad allevare vacche da latte fin da bambina e poi anche durante la scuola, dove ha conosciuto Daniele, quello che sarebbe diventato il suo compagno di lavoro e di vita.

Dopo aver ottenuto il diploma come agrotecnica all'istituto di Vellai, continua ad aiutare per un po’ la famiglia, finché con il marito non decide di spostarsi a Transacqua in Primiero per gestire un’altra malga famigliare.

I due ci restano per due anni, poi nel novembre del 2012 arriva la svolta: la proprietà mette in affitto un bel ristorante sui pianori di Pez, chiuso da oltre vent’anni e con una consistente proprietà tutt’attorno. La giovane famiglia decide di tentare il colpo e grazie a un finanziamento del Piano di sviluppo rurale affronta con relativa serenità le spese di ristrutturazione della sala da pranzo, di quattro camere da letto e di parte della cucina.

Il complesso si trasforma nell’agriturismo “Cascina Dolomiti”, un bel punto di sosta e di ristoro del corpo e della mente incastonato in un ampio prato lasciato quasi interamente a pascolo, che si estende per ettari tutt’attorno.

«I lavori di sistemazione del locale sono durati circa sei mesi», racconta la giovane con indosso ancora la divisa da cuoca durante una pausa pomeridiana dalla preparazione della cena, «fin da subito ci siamo occupati delle stalle, poi a maggio del 2013 abbiamo inaugurato anche il ristorante».

Specialità assoluta la carne che prepara assieme al marito, ma non una qualsiasi: «Noi alleviamo razza chianina, tipica della Toscana e amante dell’allevamento estensivo», perfetto visto che ai Guerriero il pascolo certo non manca.

«D’inverno hanno a disposizione circa sette ettari di prato, d’estate mio zio le porta in una malga sul Grappa dove vanno a monticare».

Oltre alle vacche ci sono anche due cavalli, conigli, altri animali da cortile e le capre nane, pensate soprattutto per far divertire i visitatori più piccoli. «Un’altra idea sarebbe quella di convertire parte della nostra attività in Fattoria didattica, ma siamo in attesa di responso da parte dell'Avepa».

Anche loro vorrebbero potersi lavorare la carne in loco, inoltre stanno inseguendo il sogno di allestire un laboratorio di trasformazione.

Infine «coltiviamo orzo per la cooperativa La Fiorita, quello che poi viene usato per fare la birra Dolomiti, un po' di mais per le bestie e il fieno per l'inverno».

Gli ortaggi si fanno in primavera, estate e autunno, il formaggio viene acquistato dalle varie malghe di famiglia ma anche dalla vicina Lattebusche.

«È un lavoro molto difficile», racconta Valentina, «ci vuole tanta passione e un po' di spirito di sacrificio, ma anche molta pazienza con tutta la burocrazia e i corsi a cui andare dietro. I primi sono tutti anni di investimenti, bisogna aspettare per vedere quanto bene si è seminato. Noi comunque siamo soddisfatti, la nostra cucina piace e l'azienda continua a crescere».

Per chi volesse provare la Chianina bellunese il ristorante è aperto dal venerdì alla domenica a pranzo e a cena, ma soltanto su prenotazione (0439 390330).

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