BELLUNO. Ennesimo furto alla cooperativa sociale Lavoro Associato di via Vittorio Veneto: i ladri se ne vanno con neanche dieci euro in tasca ma anche con il furgone dell’azienda.
È il terzo episodio, da luglio dello scorso anno ad oggi: quanto basta perchè i responsabili della coop non si spieghino tanta “attenzione”. «Ci stiamo chiedendo perchè ci sia tanto accanimento sulla coop», afferma amareggiata Barbara Colusso.
L’ultimo in ordine di tempo, il furto avvenuto la notte fra martedì e ieri. Ignoti si sono introdotti nell’immobile rompendo il vetro di una finestra al piano terra, sul retro della struttura: è bastato salire le scale fino alle stanze degli uffici dai quali hanno portato via una decina di euro di contante, dopo aver sfondato una porta finestra interna. Ma i ladri hanno rubato anche le chiavi di un furgone e si sono portati via il mezzo.
Sul posto la Volante della polizia e la scientifica che hanno fatto i rilievi: non si sa se siano state trovate impronte. Pedate a terra invece non c’erano: «Questa volta no», spiegano dalla coop. «Mancano il furgone e mancano i dieci euro» racconta sempre Barbara Colusso. «Un furgone transit bianco e riconoscibile perché pur non avendo i simboli della coop, ha comunque delle righe gialle posteriori: abbiamo dato tutti i dati alle forze dell’ordine. Il furgone era parcheggiato davanti alla cooperativa: noi lo utilizziamo per fare spostamenti, traslochi e carichi. Del furto ci siamo accorti al mattino: un nostro dipendente ha visto che c’erano i vetri per terra e che era entrato qualcuno: a terra c’era il vetro rotto, nella sala dove c’è la macchinetta del caffè. Un disastro».Più danni che altro, sottolineano da Lavoro associato: nei precedenti furti erano volati via un’ottantina di euro, «ma non è tanto l’importo economico: l’altra volta hanno rotto tre finestre e divelto la macchinetta distributrice: e sono danni».
Nella cooperativa si chiedono perchè tanti furti, sapendo che non c’è nulla da rubare: soldi non ne vengono tenuti.
«Ne abbiamo parlato con il presidente Federico Bristot: ci sembrava che fossero ladri qualsiasi ma ora la cosa è diventata abbastanza continuativa, stranamente casuale. Non abbiamo sospetti, non abbiamo idea di chi possa essere. E ci stiamo chiedendo perché ci sia questo accanimento sulla coop: facciamo solo del bene, ci occupiamo di persone svantaggiate, abbiamo una mission sana e socialmente condivisibile e non capiamo che sta succedendo. Che fai, sfondi una porta per nove euro?»