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I lupi fanno una strage sul Fedaia: sbranate cinquanta pecore

Joseph “Sepp” Kohler ha già recuperato 29 capi uccisi: «E devo ancora terminare la perlustrazione». Il pastore ha paura: «Ho visto quattro esemplari»

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ROCCA PIETORE. Il lupo, o i lupi, hanno fatto strage di pecore nella zona del Passo Fedaia, Porta Vescovo e Padon, al confine fra le province di Belluno e Trento e di fronte alla Marmolada: i greggi presenti in zona hanno subito una perdita che si aggira attorno alla cinquantina di capi.

Il più colpito è quello di Joseph “Sepp” Kohler, pastore altoatesino presente in zona da 49 anni: in una settimana ha perso 29 pecore fra adulte e agnelli e ancora non ha perlustrato tutta la zona (il suo gregge non è recintato).

Sono intervenuti gli agenti forestali del Servizio provinciale, che stanno ancora monitorando la zona: sono state fatte fotografie, posizionate foto-trappole e rilevati campioni genetici per verificare e poter dire con certezza se si tratta di lupi (dal modus operandi la probabilità è molto alta) e per determinarne le caratteristiche: se si tratta di esemplari maschi o se ci sono anche femmine; se sono uno o più di uno e ancora tutte le caratteristiche dell’animale. Sono state fatte le carte anche per il rimborso ai pastori: una volta verificato che si tratta effettivamente di lupo, la Provincia di Trento coprirà le spese per la perdita dell’animale.

Sepp classe 1952 è originario di Nova Levante in tutto ha un gregge di quasi trecento pecore. «In quasi cinquant’anni che faccio il pastore qui, non avevo mai visto una cosa del genere», dice piangendo. «Ho trovato delle pecore morte e altre ancora mezze vive e ogni notte sono preoccupato perché non so cosa potrà succedere al mattino, quanti animali troverò ancora morti. Io personalmente non ho paura», continua Sepp con il suo accento tedesco, «e ora sono anche più tranquillo perché ho portato giù a valle le pecore al sicuro,. Ma io sono nato qui, è la mia vita. Io voglio bene a questi animali, soprattutto agli agnelli, ai cuccioli. E poi quelli che trovi mezzi morti, ti fanno davvero pena. Quando non li ho visti tornare mi sono preoccupato e sono andato a vedere. Molte pecore erano sotto la via ferrata, spaventate. No, non era mai successa una cosa del genere. Chissà se tornerò il prossimo anno, ma questa baita e il terreno attorno sono miei. Sono qui fin da bambino, è dura».

Joseph ha visto i lupi: «Ce ne sono quattro, divisi in due branchi. La prossima settimana arriverà anche il recinto, vedremo come andare avanti».

Oltre a quello di Sepp, nella zona del Passo Fedaia sono presenti altri due greggi di altrettanti pastori della Val di Fiemme: quello di Marco Scotta che ha subito delle perdite e quello più stabile di Paolo Rocca. Questi due greggi sono stati recintati con il doppio filo alimentato da batteria, il tutto preso in comodato dalla Provincia Autonoma di Trento.

Nella zona del Fedaia e il Pian Trevisan già durante l’inverno era stata verificata la presenza del lupo, che aveva ucciso dei capi di muflone. Oltre alle analisi, il lupo è stato riconosciuto dal modus operandi: a differenza della volpe, infatti, mangia anche le ossa degli animali, come quelle del costato o della colonna. Nei prossimi giorni si avranno i primi esiti delle analisi della Forestale.

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