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Roma boccia il piano regionale no a catture e sterilizzazioni

BELLUNO. I lupi non possono essere catturati, messi in cattività nè sterilizzati. Il ministero dell’Ambiente ha infatti bocciato il Piano regionale sul lupo, nel quale venivano proposte deroghe al...

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BELLUNO. I lupi non possono essere catturati, messi in cattività nè sterilizzati. Il ministero dell’Ambiente ha infatti bocciato il Piano regionale sul lupo, nel quale venivano proposte deroghe al regime di protezione di cui gode l’animale, previsto dalla direttiva Habitat dell’Unione Europea. In particolare la giunta regionale, il 13 luglio, aveva proposto la «cattura ai fini di successiva captivazione permanente in struttura idonea (recinto) da individuare o costruire ex novo sulla base delle indicazioni dell’Ispra, previa sterilizzazione degli esemplari catturati», ma anche la «cattura ai fini di successiva traslocazione in altro sito idoneo non interessato da rilevante attività di allevamento zootecnico sulla base di indicazioni dell’Ispra». La delibera era nata dopo l’uscita della Regione dal progetto europeo sulla tutela e gestione del lupo in Italia.

«Il Piano è stato rigettato da Roma», annuncia il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni, in una nota congiunta con la senatrice dem Laura Puppato. «Il ministero ha segnalato che il “Progetto per un piano di gestione della specie lupo in Veneto” presenta diverse carenze di istruttoria. La decisione della Regione di uscire dal progetto europeo Life WolfAlps ha messo in discussione tutte quelle misure ed attività necessarie ad arginare le predazioni di greggi e mandrie come le recinzioni e la dotazione di cani pastore specializzati, con i relativi indennizzi, utili a ristorare gli allevatori interessati da danni economici. E adesso la Regione non sa più che pesci pigliare: in un modo che appare schizofrenico, dopo aver approvato in conferenza Stato-Regioni l’impossibilità di concedere deroghe a singole regioni su progetti di questa natura nazionale, le chiede, inventandosi catture, recinti per lupi da deteenere in cattività e le sterilizzazioni, come se si trattasse di cani randagi. Zaia dovrebbe sapere che i lupi non sono cani randagi».

«Se si vuole affrontare il tema del lupo e delle predazioni seriamente», concludono Zanoni e la Puppato, «bisogna evitare di agire sotto l’azione dell’emotività utilizzando un approccio scientifico in modo da salvaguardare sia gli animali che gli allevatori». (a.f.)

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