I sindaci tutti d’accordo sulla “terza via”
Elaborato in Magnifica un documento, comprensivo di studi su flussi e costi: domenica sarà consegnato alla De Berti
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VALLE DEL BOITE. Sul treno da Calalzo a Cortina i sindaci fanno quadrato e propongono una terza alternativa alla Regione: 835 milioni è il costo stimato della soluzione ferroviaria che i sindaci intendono presentare a Venezia. La soluzione a cui sono giunti i primi cittadini della valle del Boite, del Centro Cadore e della val d’Ansiei sarà consegnata domenica all’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti. In questi giorni i documenti stanno facendo il giro dei municipi affinché tutti i sindaci sottoscrivano la proposta. I primi cittadini si sono riuniti più volte per verificare la documentazione che la Regione ha consegnato loro. Sul tavolo due ipotesi: il tracciato ferroviario della val Boite, che ha una lunghezza di 33 km, un tempo di percorrenza stimato in 40 minuti, 5 fermate (Valle – Vodo – Borca – San Vito – Cortina) e un investimento previsto di 710 milioni (al netto di Iva ed espropri).
Il percorso in val d’Ansiei, che è lungo invece 48 km, sarebbe coperto in 58 minuti e avrebbe 7 fermate (Domegge – Lozzo – Cima Gogna – Auronzo – Tre Cime – San Marco – Cortina), per un investimento di 745 milioni.
Le due soluzioni non hanno trovato però il consenso unanime ed è stata proposta una terza alternativa, discussa anche mercoledì sera in Magnifica. I sindaci vorrebbero che la nuova linea ferroviaria, partendo da Calalzo, arrivasse ad Auronzo toccando Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Val Marzon (3 Cime), Palus San Marco. Da qui dovrebbe collegarsi a San Vito con un tratto in galleria, e da San Vito arriverebbe quindi a Cortina.
Nel primo tratto vengono toccate Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Val Marzon (davanti alle Tre Cime), Palus San Marco. Sono circa 30 km di linea ferroviaria di cui 6, 8 in galleria.
Su questa tratta insistono quattro stazioni e due fermate. Il costo stimato delle sole opere ferroviarie di questo primo tratto è di circa 350 milioni . Il secondo tratto, che unisce Palù San Marco a San Vito, costerà 200 milioni e prevede una sola stazione all’interno della foresta di Somadida. Sono circa 11 km di linea ferroviaria di cui 8 in galleria che passerà tra il gruppo del Sorapis e le Marmarole.
Il terzo tratto, da San Vito a Cortina, costerà circa 285 milioni e prevede poco più di 18 km di linea ferroviaria di cui 8 in galleria. Su Cortina saranno realizzate tre stazioni: a nord, dove la linea si congiungerà con quella che arriverà dall’Alto Adige; in centro e a sud, a 11 chilometri da San Vito. Entusiasta della proposta si dice il sindaco di San Vito Franco De Bon.
«Io e il presidente della Magnifica, Renzo Bortolot, consegneremo questo progetto all’assessore De Berti domenica, alla Pedalata del Vajont», dichiara, «e mi auguro che tutti i sindaci la sottoscrivano. Io ritengo che sia la soluzione migliore. Abbiamo commissionato ad un ingegnere delle analisi. Abbiamo indicato i flussi turistici, i numeri degli eventuali pendolari che potrebbero usare il servizio. Per noi la soluzione che tocca Calalzo, Domegge, Auronzo, San Vito e Cortina è la migliore per implementare il turismo di tutta l’area».
Ora la decisione ultima spetta alla Regione. Le criticità non mancano. Nel Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), approvato nel 2010, la ferrovia passa attraverso la valle del Boite, ed è ancora da capire se il Ptcp è vincolante anche sul treno (come lo è sulle pianificazioni urbanistiche) o può essere disatteso. I costi sono un altro problema: la soluzione proposta dai sindaci costa circa 100 milioni di euro in più. Inoltre i tempi di percorrenza del treno, se non saranno concorrenziali all’auto, renderanno il servizio poco appetibile soprattutto per i pendolari.
Alessandra Segafreddo
Il percorso in val d’Ansiei, che è lungo invece 48 km, sarebbe coperto in 58 minuti e avrebbe 7 fermate (Domegge – Lozzo – Cima Gogna – Auronzo – Tre Cime – San Marco – Cortina), per un investimento di 745 milioni.
Le due soluzioni non hanno trovato però il consenso unanime ed è stata proposta una terza alternativa, discussa anche mercoledì sera in Magnifica. I sindaci vorrebbero che la nuova linea ferroviaria, partendo da Calalzo, arrivasse ad Auronzo toccando Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Val Marzon (3 Cime), Palus San Marco. Da qui dovrebbe collegarsi a San Vito con un tratto in galleria, e da San Vito arriverebbe quindi a Cortina.
Nel primo tratto vengono toccate Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Val Marzon (davanti alle Tre Cime), Palus San Marco. Sono circa 30 km di linea ferroviaria di cui 6, 8 in galleria.
Su questa tratta insistono quattro stazioni e due fermate. Il costo stimato delle sole opere ferroviarie di questo primo tratto è di circa 350 milioni . Il secondo tratto, che unisce Palù San Marco a San Vito, costerà 200 milioni e prevede una sola stazione all’interno della foresta di Somadida. Sono circa 11 km di linea ferroviaria di cui 8 in galleria che passerà tra il gruppo del Sorapis e le Marmarole.
Il terzo tratto, da San Vito a Cortina, costerà circa 285 milioni e prevede poco più di 18 km di linea ferroviaria di cui 8 in galleria. Su Cortina saranno realizzate tre stazioni: a nord, dove la linea si congiungerà con quella che arriverà dall’Alto Adige; in centro e a sud, a 11 chilometri da San Vito. Entusiasta della proposta si dice il sindaco di San Vito Franco De Bon.
«Io e il presidente della Magnifica, Renzo Bortolot, consegneremo questo progetto all’assessore De Berti domenica, alla Pedalata del Vajont», dichiara, «e mi auguro che tutti i sindaci la sottoscrivano. Io ritengo che sia la soluzione migliore. Abbiamo commissionato ad un ingegnere delle analisi. Abbiamo indicato i flussi turistici, i numeri degli eventuali pendolari che potrebbero usare il servizio. Per noi la soluzione che tocca Calalzo, Domegge, Auronzo, San Vito e Cortina è la migliore per implementare il turismo di tutta l’area».
Ora la decisione ultima spetta alla Regione. Le criticità non mancano. Nel Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), approvato nel 2010, la ferrovia passa attraverso la valle del Boite, ed è ancora da capire se il Ptcp è vincolante anche sul treno (come lo è sulle pianificazioni urbanistiche) o può essere disatteso. I costi sono un altro problema: la soluzione proposta dai sindaci costa circa 100 milioni di euro in più. Inoltre i tempi di percorrenza del treno, se non saranno concorrenziali all’auto, renderanno il servizio poco appetibile soprattutto per i pendolari.
Alessandra Segafreddo
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