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«Il treno può rilanciare l’intero Agordino»

I professionisti Dell’Osbel e Probati stimano in cinque anni il passaggio di oltre un milione di utenti

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AGORDO. «Se il Treno delle Dolomiti dovesse passare per l’Agordino riteniamo che si possa realisticamente puntare a raggiungere un numero di passeggeri tra uno e 1,2 milioni di euro entro i primi cinque anni di esercizio della ferrovia».

L’architetto Stefano Dell’Osbel e l’ingegnere Eugenio Probati (Università di Pavia) non mollano. A loro giudizio il futuro Treno delle Dolomiti di cui tanto si discute deve raggiungere Cortina transitando per l’Agordino e non solo per il Cadore. Lo affermano puntando su due argomenti che hanno portato all’attenzione del presidente della Regione, Luca Zaia, dell’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, del presidente della Provincia, Roberto Padrin, dei sindaci agordini e di quelli di Sedico e Belluno: la necessità di perequare le risorse che verranno distribuite in Provincia nei prossimi anni e la sostenibilità economica dell’opera.

«Per raggiungere Cortina da Calalzo sono previste due opzioni», ricordano Dell’Osbel e Probati, «una attraverso la Valle del Boite e l’altra attraverso la Valle d’Ansiei recentemente unificate in un unico percorso. L’intero investimento di questa opera, previsto in oltre 700 milioni di euro, ricade nell’area del Cadore. A questo bisogna aggiungere quello necessario per l’elettrificazione (e probabilmente velocizzazione) della Ponte nelle Alpi – Calalzo. Tenendo conto che per “Cortina 2021” sono già previsti forti investimenti alle infrastrutture stradali del Cadore, ci si domanda se un così forte squilibrio di investimenti su un territorio problematico, fragile e già sottoposto a forti disparità come l’alta Provincia di Belluno sia tollerabile».

A giudizio dei due professionisti, l’Agordino con le sue peculiarità ambientali e la presenza di importanti attività insediative ed economiche non può essere trattato come un figlio di un dio minore. Una ferrovia che passasse per l’Agordino, anziché solo per il Cadore, sarebbe per Dell’Osbel e Probati innanzitutto un atto di giustizia. Ma non solo. La loro ipotesi progettuale parte da Belluno, passa per Agordo lungo la valle del Cordevole, arriva ad Alleghe da dove, con una galleria di circa 14,5 chilometri, raggiunge la Valle del Boite all’altezza di San Vito di Cadore. Da qui procede per Cortina. «Una soluzione di tracciato per Cortina», dicono, «passante per l’Agordino sia auspicabile e vincente sotto molti punti di vista rispetto a una soluzione “solo Cadore”. L’Agordino è la strada più veloce per raggiungere le Dolomiti Centrali, patrimonio Unesco, dalla pianura. Assieme a Cortina e alle Dolomiti d’Ampezzo, le Dolomiti Agordine rappresentano un fattore turistico di sicuro successo. Inoltre, nel campo della manifattura lavorano tra Agordo, Cencenighe e Sedico oltre 9 mila persone che potrebbe costituire una solida base di utenti trasportati, non ipotizzabile con altri tracciati».

«Solo con questa soluzione passante per l’Agordino», affermano Dell’Osbel e Probati, «un investimento cospicuo come quello necessario per il Treno delle Dolomiti (il costo del percorso agordino sarebbe equivalente a quello cadorino comprensivo dell’elettrificazione Ponte-Calalzo) si giustifica, poiché, oltre a incidere positivamente sulle attività turistiche e sul contenimento del traffico nelle valli Boite, Piave e Cordevole, è di concreto supporto al tessuto economico-produttivo della provincia». (g. san.)

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