I sindaci si autotassano in vista del referendum
Il Comitato inizia la raccolta fondi per pagare volantini, manifesti e la pubblicità ma ci sono ancora molte decisioni da prendere. Il 14 manifestazione di piazza
di Alessia Forzin
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BELLUNO. Meno di tre settimane al referendum provinciale. Manca pochissimo alla consultazione, ma il lavoro da fare per spingere i bellunesi ad andare a votare deve ancora iniziare. Ieri i sindaci, riuniti in assemblea dal presidente Roberto Padrin, hanno discusso a lungo sulle modalità e i contenuti della campagna referendaria, ma la nota inviata dal Corecom (l’ente regionale per le comunicazioni) ha spaventato molti e sollevato dubbi su quello che si può e non si può fare in qualità di amministratori. La soluzione più ovvia è spiegare alla popolazione cosa si va a votare, quando, perché e cosa cambierà a partire dal 23 ottobre, ma i volantini devono ancora essere stampati. Lo stesso dicasi per i manifesti da affiggere. Serate informative? In via di definizione.
Questa è la settimana dedicata alla raccolta dei fondi per il Comitato Referendum Provinciale, costituito per organizzare la campagna, ma i tempi sono strettissimi. «Entro lunedì dobbiamo andare in stampa con il materiale pubblicitario e promozionale», ha evidenziato Maurizio Busatta, membro del Comitato. E la distribuzione? Pare che nessuno ci abbia ancora pensato.
È cominciata, però, la raccolta dei soldi. Fisicamente. Alla fine dell’assemblea i sindaci hanno messo mano al portafoglio e si sono autotassati. Cinquanta euro a testa, consegnati a Maurizio Busatta che ha prodotto regolare ricevuta. Tutte le donazioni, infatti, saranno rendicontate con trasparenza. La prima a presentarsi con la banconota arancione al banchetto improvvisato, allestito nel corridoio davanti alla porta della sala Affreschi, è stata Serenella Bogana. Poi altri amministratori. A fine assemblea nella busta c’erano almeno un migliaio di euro.
Serviranno per pagare la stampa dei volantini e dei manifesti, magari anche la distribuzione perché l’obiettivo è arrivare a tutti i bellunesi e le case da raggiungere sono tante. Sono moltissimi i cittadini che ancora non sanno dell’esistenza di un referendum e delle motivazioni che ne stanno alla base. E il referendum, come dice lo Statuto della Provincia (articolo 68) è valido se alla votazione partecipa la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi (quindi tolte le schede nulle e bianche).
Per promuovere la partecipazione al voto, però, i sindaci (presenti ieri neanche la metà degli amministratori bellunesi) hanno deciso di organizzare una manifestazione pubblica. Sabato 14 ottobre, in mattinata, a Belluno. In serata il Bard terrà la consueta iniziativa dei Fuochi dell’autonomia.
A fine settimana, infine, il Comitato Referendum Provinciale farà il punto sui fondi raccolti e deciderà come spenderli. Oltre alla stampa di volantini e manifesti, si pensa a promuovere il referendum acquistando spazi pubblicitari su giornali, tv e radio. Sarà una corsa contro il tempo.
Questa è la settimana dedicata alla raccolta dei fondi per il Comitato Referendum Provinciale, costituito per organizzare la campagna, ma i tempi sono strettissimi. «Entro lunedì dobbiamo andare in stampa con il materiale pubblicitario e promozionale», ha evidenziato Maurizio Busatta, membro del Comitato. E la distribuzione? Pare che nessuno ci abbia ancora pensato.
È cominciata, però, la raccolta dei soldi. Fisicamente. Alla fine dell’assemblea i sindaci hanno messo mano al portafoglio e si sono autotassati. Cinquanta euro a testa, consegnati a Maurizio Busatta che ha prodotto regolare ricevuta. Tutte le donazioni, infatti, saranno rendicontate con trasparenza. La prima a presentarsi con la banconota arancione al banchetto improvvisato, allestito nel corridoio davanti alla porta della sala Affreschi, è stata Serenella Bogana. Poi altri amministratori. A fine assemblea nella busta c’erano almeno un migliaio di euro.
Serviranno per pagare la stampa dei volantini e dei manifesti, magari anche la distribuzione perché l’obiettivo è arrivare a tutti i bellunesi e le case da raggiungere sono tante. Sono moltissimi i cittadini che ancora non sanno dell’esistenza di un referendum e delle motivazioni che ne stanno alla base. E il referendum, come dice lo Statuto della Provincia (articolo 68) è valido se alla votazione partecipa la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi (quindi tolte le schede nulle e bianche).
Per promuovere la partecipazione al voto, però, i sindaci (presenti ieri neanche la metà degli amministratori bellunesi) hanno deciso di organizzare una manifestazione pubblica. Sabato 14 ottobre, in mattinata, a Belluno. In serata il Bard terrà la consueta iniziativa dei Fuochi dell’autonomia.
A fine settimana, infine, il Comitato Referendum Provinciale farà il punto sui fondi raccolti e deciderà come spenderli. Oltre alla stampa di volantini e manifesti, si pensa a promuovere il referendum acquistando spazi pubblicitari su giornali, tv e radio. Sarà una corsa contro il tempo.
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