Elezioni provinciali, è ancora caos
Non c’è l’accordo per il listone. Scontro sul nome della Lega e frizioni in Agordino
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BELLUNO. Le elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale slittano al 7 gennaio. Non ci sono i tempi per votare prima della fine dell’anno, perché i consiglieri non si dimetteranno fino a quando non sarà stato definito l’accordo che porterà, anche questa volta, al listone degli amministratori. Costruito in base ad un accordo “fra gentiluomini”, come è sempre stato definito, rispetta sostanzialmente due criteri: la rappresentanza territoriale e quella politica. Centrodestra e centrosinistra, ma anche le vallate, si sono spartite i nomi, ma qualcosa non ha funzionato a dovere perché anche ieri i sindaci si sono scontrati, in una riunione a porte chiuse. Sono due gli elementi di frizione: la posizione della Lega Nord e quella dell’Agordino.
Andando con ordine, nel listone ci saranno un rappresentante di Belluno (un consigliere, si fa il nome di Francesca De Biasi) e uno di Feltre (Sandro Dalla Gasperina). Rimarranno Ivan Minella (Santa Giustina), Pierluigi Svaluto Ferro (Perarolo), Serenella Bogana (Alano, destinata a mantenere la vicepresidenza) e Lillo Trinceri (Trichiana). Poi Franco De Bon (sindaco di San Vito) e di Lorenzi per Cortina.
L’Agordino si è spaccato sul nome di Sisto Da Roit. «Non è il candidato dell’Agordino, semmai lo è del Pd», tuona Leandro Grones. «Abbiamo fatto una riunione, ma senza procedere a votazione perché le candidature erano diverse. Però qualcuno è andato a proporre il nome di Da Roit per il listone. Non mi sta bene». A Grones e altri amministratori agordini non va giù nemmeno che il Cadore abbia tre rappresentanti e l’Agordino uno.
E poi c’è la Lega. I vertici (anche l’assessore Bottacin) propongono Massimo Bortoluzzi. L’assemblea dei sindaci, però, vuole che nel listone ci sia un sindaco o un amministratore di maggioranza. Ieri ha proposto Oscar Facchin (Tambre). A una parte dell’Agordino piacerebbe Andrea De Bernardin, che riequilibrerebbe i pesi territoriali. La Lega Nord è parte dell’accordo per il listone, ma se si andrà al braccio di ferro il quadro potrebbe anche cambiare. (a.f.)
Andando con ordine, nel listone ci saranno un rappresentante di Belluno (un consigliere, si fa il nome di Francesca De Biasi) e uno di Feltre (Sandro Dalla Gasperina). Rimarranno Ivan Minella (Santa Giustina), Pierluigi Svaluto Ferro (Perarolo), Serenella Bogana (Alano, destinata a mantenere la vicepresidenza) e Lillo Trinceri (Trichiana). Poi Franco De Bon (sindaco di San Vito) e di Lorenzi per Cortina.
L’Agordino si è spaccato sul nome di Sisto Da Roit. «Non è il candidato dell’Agordino, semmai lo è del Pd», tuona Leandro Grones. «Abbiamo fatto una riunione, ma senza procedere a votazione perché le candidature erano diverse. Però qualcuno è andato a proporre il nome di Da Roit per il listone. Non mi sta bene». A Grones e altri amministratori agordini non va giù nemmeno che il Cadore abbia tre rappresentanti e l’Agordino uno.
E poi c’è la Lega. I vertici (anche l’assessore Bottacin) propongono Massimo Bortoluzzi. L’assemblea dei sindaci, però, vuole che nel listone ci sia un sindaco o un amministratore di maggioranza. Ieri ha proposto Oscar Facchin (Tambre). A una parte dell’Agordino piacerebbe Andrea De Bernardin, che riequilibrerebbe i pesi territoriali. La Lega Nord è parte dell’accordo per il listone, ma se si andrà al braccio di ferro il quadro potrebbe anche cambiare. (a.f.)
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