«Vogliamo un assessore per le lingue minoritarie»
PIEVE DI CADORE. Con una lettera aperta, indirizzata ai candidati alle elezioni della Provincia, che si terranno domenica 7 gennaio 2018, l’Unione Ladina del Cadore de Medo, a nome della Federazione...
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PIEVE DI CADORE. Con una lettera aperta, indirizzata ai candidati alle elezioni della Provincia, che si terranno domenica 7 gennaio 2018, l’Unione Ladina del Cadore de Medo, a nome della Federazione dei Ladini del Veneto, ha chiesto di avere un assessorato specifico per le lingue minoritarie della Provincia: Ladini e Cimbri.
«In questi giorni», scrive l’Union Ladina del Cadore de Medo, «l’istituto “Ladin de la Dolomites”, che rappresenta i ladini bellunesi che si riconoscono nella “Federazione dei Ladini del Veneto”, ha emesso un comunicato con il quale rende noto che dal 2018, dopo 14 anni di attività, per carenza di finanziamenti, non sarà più in grado di stampare il suo periodico “Ladin”, che sarà reperibile solo sul suo sito web». E si aggiunge (nella lettera inviata anche a candidati in lista, assessore Bottacin e enti locali): «I finanziamenti statali e regionali a favore delle minoranze linguistiche, purtroppo», come scrive Ernesto Majoni direttore dell’istituto, «sono sempre più ridotti e rigidamente incanalati; alcuni sportelli ladini sono stati sospesi e risulta sempre più difficile proseguire diverse attività, diradando di conseguenza rapporti scientifici e di collaborazione con associazioni, enti, istituzioni. Gli sportelli mantengono comunque il proprio impegno a favore di lingua e cultura del territorio ladino bellunese, affrontando grandi ostacoli ma riuscendo a conseguire ugualmente lusinghieri traguardi».
«Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione del disinteresse che sia la Regione Veneto che la Provincia di Belluno hanno sempre dimostrato nel rispetto della legge 482», aggiunge la lettera del Cadore de Medo, «che prevede la salvaguardia della lingue minoritarie (nel Bellunese erano tre, Ladini, Germanofoni e Cimbri, ora proprio per il disinteresse dei politici e amministratori bellunesi, ridotte a due, avendo perso Sappada)».
La Federazione fra le Unioni Ladine rappresenta le associazioni culturali ladine presenti nei 39 comuni perimetrati di minoranza ladina nel Bellunese. Da anni sostiene le iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il mantenimento della specificità del territorio. Tra queste iniziative c’è anche l’istituto “Ladin de la Dolomites” a Borca. La Federazione crede che l’area di minoranza linguistica abbia bisogno di riconoscimenti e specificità più volte invocati dalle forze politiche, ma queste istanze non hanno mai ricevuto risposte. Così in fase di rinnovo del consiglio provinciale del 7 gennaio, chiede di «riservare un assessorato specifico per le lingue minoritarie della provincia di Belluno: Ladini e Cimbri” che dovrà impegnarsi in prima persona per ottenere una revisione della legge regionale di tutela delle minoranze linguistiche simile a quella presente nelle regioni vicine».
Vittore Doro
«In questi giorni», scrive l’Union Ladina del Cadore de Medo, «l’istituto “Ladin de la Dolomites”, che rappresenta i ladini bellunesi che si riconoscono nella “Federazione dei Ladini del Veneto”, ha emesso un comunicato con il quale rende noto che dal 2018, dopo 14 anni di attività, per carenza di finanziamenti, non sarà più in grado di stampare il suo periodico “Ladin”, che sarà reperibile solo sul suo sito web». E si aggiunge (nella lettera inviata anche a candidati in lista, assessore Bottacin e enti locali): «I finanziamenti statali e regionali a favore delle minoranze linguistiche, purtroppo», come scrive Ernesto Majoni direttore dell’istituto, «sono sempre più ridotti e rigidamente incanalati; alcuni sportelli ladini sono stati sospesi e risulta sempre più difficile proseguire diverse attività, diradando di conseguenza rapporti scientifici e di collaborazione con associazioni, enti, istituzioni. Gli sportelli mantengono comunque il proprio impegno a favore di lingua e cultura del territorio ladino bellunese, affrontando grandi ostacoli ma riuscendo a conseguire ugualmente lusinghieri traguardi».
«Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione del disinteresse che sia la Regione Veneto che la Provincia di Belluno hanno sempre dimostrato nel rispetto della legge 482», aggiunge la lettera del Cadore de Medo, «che prevede la salvaguardia della lingue minoritarie (nel Bellunese erano tre, Ladini, Germanofoni e Cimbri, ora proprio per il disinteresse dei politici e amministratori bellunesi, ridotte a due, avendo perso Sappada)».
La Federazione fra le Unioni Ladine rappresenta le associazioni culturali ladine presenti nei 39 comuni perimetrati di minoranza ladina nel Bellunese. Da anni sostiene le iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il mantenimento della specificità del territorio. Tra queste iniziative c’è anche l’istituto “Ladin de la Dolomites” a Borca. La Federazione crede che l’area di minoranza linguistica abbia bisogno di riconoscimenti e specificità più volte invocati dalle forze politiche, ma queste istanze non hanno mai ricevuto risposte. Così in fase di rinnovo del consiglio provinciale del 7 gennaio, chiede di «riservare un assessorato specifico per le lingue minoritarie della provincia di Belluno: Ladini e Cimbri” che dovrà impegnarsi in prima persona per ottenere una revisione della legge regionale di tutela delle minoranze linguistiche simile a quella presente nelle regioni vicine».
Vittore Doro
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