Lupo, il Comune al fianco degli allevatori
Palazzo Rosso si propone come intermediario per i risarcimenti, per accorciare i tempi della Regione
2 minuti di lettura

BELLUNO. Il lupo c’è ed è una risorsa. Ma qualche criticità la sta creando al mondo degli allevatori. Ecco perché il Comune, che considera la zootecnia di fondamentale importanza per il territorio, ha deciso di prendere in mano la questione. Ieri si sono svolti due incontri: il primo con gli allevatori che hanno subito danni per le predazioni, l’altro con i rappresentanti di Unione montana, Provincia e soprattutto Regione, alla quale spetta la competenza in materia di fauna selvatica. «Dagli allevatori volevamo capire prima di tutto quali sono le problematiche che devono affrontare», spiega il sindaco Jacopo Massaro. Sono emerse: i risarcimenti della Regione arrivano dopo molti mesi dalla richiesta, molti allevatori non sanno come accedere ai finanziamenti che ci sono per fronteggiare la fauna selvatica, altri ancora lamentano che le dotazioni di contrasto alle predazioni non sono utilizzabili in maniera efficace.
A seguire c’è stato l’incontro tecnico e istituzionale. «Ci è servito per impostare misure di contrasto alle predazioni, di medio e corto periodo», continua Massaro. «La Regione sta lavorando ad alcuni strumenti per venire incontro alle spese che gli allevatori dovranno sostenere per proteggere i loro animali. Ma si tratta di una prospettiva di medio termine. Nel breve, il Comune ha deciso di dare la sua disponibilità, se si troverà lo strumento tecnico adeguato, ad anticipare i risarcimenti agli allevatori che subiranno danni da lupo. Questo per accorciare i tempi, perché uno dei problemi evidenziati dagli allevatori è che devono attendere anche nove mesi per avere i soldi». La Regione ha registrato questa disponibilità di Palazzo Rosso.
«È inoltre importante e opportuno avviare una campagna di corretta informazione nella popolazione e fra gli allevatori, perché circolano errate informazioni. Innanzitutto il lupo non è stato introdotto forzosamente. Nessun progetto europeo l’ha inserito nel nostro territorio, è arrivato in modo naturale come indicavano alcuni rapporti fin dal 1998 (dicevano che era imminente il suo ritorno nelle nostre zone). Inoltre ci sono timori non giustificati rispetto alla presenza del lupo: si tratta di un animale selvatico che tradizionalmente non aggredisce l’uomo, non è più pericoloso del cinghiale e degli ungulati. La campagna informativa servirà inoltre per acquisire una nuova consapevolezza: il problema non è risolvibile eliminando la presenza del lupo, anche se si aprisse la caccia a questa specie non si tratterebbe certo di sterminarla. Quindi bisogna mutare le nostre abitudini. Penso all’alpeggio: si potrà ancora fare, ma con alcune accortezze che si stanno valutando e sulle quali bisogna formare gli operatori. Anche su questo abbiamo lanciato un’idea: quella di utilizzare persone che hanno bisogno di un impiego per aiutare gli allevatori nella gestione dei capi, magari la notte. Si potrebbe valutare la costituzione di una cooperativa di servizio. E bisognerà anche dare un supporto economico agli allevatori, per aiutarli a dotarsi degli strumenti necessari per contrastare le predazioni».
Il Comune parte da un presupposto: «La presenza degli allevamenti è fondamentale per noi, sia per la cura del territorio che per la sua valorizzazione», conclude Massaro. «Ecco perché vogliamo mantenere aperto un canale con gli allevatori, per aiutarli per esempio ad accedere ai finanziamenti che ci sono».
A seguire c’è stato l’incontro tecnico e istituzionale. «Ci è servito per impostare misure di contrasto alle predazioni, di medio e corto periodo», continua Massaro. «La Regione sta lavorando ad alcuni strumenti per venire incontro alle spese che gli allevatori dovranno sostenere per proteggere i loro animali. Ma si tratta di una prospettiva di medio termine. Nel breve, il Comune ha deciso di dare la sua disponibilità, se si troverà lo strumento tecnico adeguato, ad anticipare i risarcimenti agli allevatori che subiranno danni da lupo. Questo per accorciare i tempi, perché uno dei problemi evidenziati dagli allevatori è che devono attendere anche nove mesi per avere i soldi». La Regione ha registrato questa disponibilità di Palazzo Rosso.
«È inoltre importante e opportuno avviare una campagna di corretta informazione nella popolazione e fra gli allevatori, perché circolano errate informazioni. Innanzitutto il lupo non è stato introdotto forzosamente. Nessun progetto europeo l’ha inserito nel nostro territorio, è arrivato in modo naturale come indicavano alcuni rapporti fin dal 1998 (dicevano che era imminente il suo ritorno nelle nostre zone). Inoltre ci sono timori non giustificati rispetto alla presenza del lupo: si tratta di un animale selvatico che tradizionalmente non aggredisce l’uomo, non è più pericoloso del cinghiale e degli ungulati. La campagna informativa servirà inoltre per acquisire una nuova consapevolezza: il problema non è risolvibile eliminando la presenza del lupo, anche se si aprisse la caccia a questa specie non si tratterebbe certo di sterminarla. Quindi bisogna mutare le nostre abitudini. Penso all’alpeggio: si potrà ancora fare, ma con alcune accortezze che si stanno valutando e sulle quali bisogna formare gli operatori. Anche su questo abbiamo lanciato un’idea: quella di utilizzare persone che hanno bisogno di un impiego per aiutare gli allevatori nella gestione dei capi, magari la notte. Si potrebbe valutare la costituzione di una cooperativa di servizio. E bisognerà anche dare un supporto economico agli allevatori, per aiutarli a dotarsi degli strumenti necessari per contrastare le predazioni».
Il Comune parte da un presupposto: «La presenza degli allevamenti è fondamentale per noi, sia per la cura del territorio che per la sua valorizzazione», conclude Massaro. «Ecco perché vogliamo mantenere aperto un canale con gli allevatori, per aiutarli per esempio ad accedere ai finanziamenti che ci sono».
I commenti dei lettori