Il ministero dichiara la periferia cittadina “area di notevole interesse pubblico”
Sbloccato un iter partito nel 1975, il vincolo paesaggistico coinvolge due vaste zone a sud e a nord del centro
Irene Aliprandi
belluno
Le zone periferiche della città di Belluno diventano aree di notevole interesse pubblico. C’è un nuovo vincolo paesaggistico che grava su una larga fetta di territorio comunale e che deriva da un provvedimento della Soprintendenza, Ministero per i beni e le attività culturali, al termine di un iter partito nel lontano 1975. Non è il caso più estremo, perché a Livinallongo l’iter era iniziato nel 1962, ma solo da qualche settimana la Soprintendenza ha deciso di procedere in seguito ad una sentenza del Consiglio di Stato, interessante perché innescata dal ricorso di un privato che voleva realizzare una centralina idroelettrica lungo un corso d’acqua del centro Italia. Il punto era se si potessero applicare o meno i vincoli di salvaguardia e il Consiglio di Stato ha decretato che il regime di salvaguardia vale anche se si riferisce ad aree per le quali il riconoscimento di area di notevole interesse pubblico era stato avviato molto prima della legge del 2004. In Tutta Italia dunque c’è stata un’accelerazione, che per Belluno si è conclusa il 23 luglio.
A suo tempo, cioè nel 1976, il consiglio comunale si era opposto al vincolo, individuato dall’allora Commissione provinciale per la protezione delle bellezze naturali e panoramiche (che oggi non esiste più) dichiarandolo illegittimo e inopportuno con varie motivazioni , ma le controdeduzioni della Soprintendenza avevano smontato le contestazioni dichiarando anche che lo scopo del vincolo non era quello di contenere l’espansione urbanistica.
L’effetto pratico della novità, infatti, prevede un iter più articolato a carico dei privati che possiedono immobili o terreni all’interno del perimetro individuato e sostanzialmente si tratta di allegare alla pratica edilizia una relazione paesaggistica semplificata da sottoporre alla Soprintendenza che ha poi 40 giorni per esprimersi.
Il Comune di Belluno non ha ancora ricevuto la comunicazione ufficiale del provvedimento, che tuttavia è già stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto. «Dobbiamo ancora studiare gli effetti del nuovo vincolo sul territorio comunale», spiega il sindaco Jacopo Massaro che ha affidato la documentazione nelle mani dei tecnici, anche per definire la perimetrazione. Le mappe, comunque, esistono già e si concentrano sulle zone a nord e a sud della città.
Zona a nord: ad ovest, linea di demarcazione che segue il tratto del Torrente Ardo da Fisterre fino a Case Bortot; a nord, procede idealmente sulle località fra Forca e Costa Castellaz - quota 1200 (zona Col del Toc) percorrendo lungo la Valle del Lavel e successivamente attraversa le quote 1800 - 1900 - 2000 - fino al Monte Serva (2133); a est, prosegue lungo il Rio Secco; a sud, continua sul percorso della strada vicinale Fiammoi - Cusighe - Cavarzano, via Andrea di Foro, via A. Alpago - tratto di via Eustacchio (loc. Fisterre) raggiungendo così il punto di partenza.
Zona a sud: linea di demarcazione che parte dallo sbocco del Torrente Cicogna sul Piave; segue un tratto del greto del Piave stesso fino a raggiungere la strada della sinistra del Piave; verso ovest, prosegue sul tratto della strada comunale di Pedecastello per Castion; l’Anconetta, Col Cavalier - Cavessago - Posaroch e lungo il tratto del Torrente Turriga fino al Cicogna. —
I commenti dei lettori