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Prima e dopo, i bellunesi non si fermano

Dalle fotografie la testimonianza del grande lavoro fatto in sole due settimane dopo la grande alluvione

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Santo Stefano di Cadore poi 

BELLUNO. Prima e dopo. Prima, la mattina del 30 ottobre quando i bellunesi si sono trovati davanti ad un disastro. Dopo, pochi giorni, una settimana: il tempo di portare via la terra e i sassi, spalare la melma, togliere le piante. Per tornare come prima ci vorrà del gran tempo, i versanti delle montagne porteranno a lungo le ferite delle frane, degli alberi sradicati. E le rive di torrenti e laghi ci ricorderanno a lungo quello che è accaduto.

Ma le foto che pubblichiamo qui a fianco dimostrano che i bellunesi (e coloro che li hanno aiutati arrivando da ogni parte d’Italia) non se ne sono stati con le mani in mano in queste due settimane. Hanno lavorato giorno e spesso anche notte per ripulire, sistemare, ridare una parvenza di normalità, preparare l’ambiente per la prossima stagione invernale.

Le fotografie rappresentano il prima e il dopo in alcune località martoriate del Bellunese. La prima comparazione riguarda la località Tos in comune di Rivamonte: giovani che portano via rami e alberi, che liberano la strada dalla melma. Ed ora la strada si presenta così.

Rivamonte, la mattina dopo l'alluvione 

Rivamonte come è adesso 

La seconda località è Parech in comune di Agordo: un torrente in strada con sassi e alberi. Appena i mezzi sono arrivati, subito al lavoro per togliere il materiale e riaprire la strada.

Parech di Agordo prima 

Parech di Agordo poi 


Poi c’è Santo Stefano di Cadore, l’immagine della distruzione con un papà che porta in braccio il figlio per attraversare la frana. La zona è quella vicino allo Sport Hotel Monaco e a lavorare alla pulizia della casa di caccia sono stati i cacciatori che hanno scavato per una settimana.

Santo Stefano di Cadore prima 

Santo Stefano di Cadore poi 


L’ultima foto è stata scattata ad Avoscan di San Tomaso Agordino. Più delle altre dà la misura della massa di terra che è stata spostata e che si continua a spostare anche in queste ore, per riaprire le strade. In questo ultimo caso, la foto è fatta leggermente di lato rispetto a quella del 30 ottobre, semplicemente perchè ci sono delle macchine operatrici al lavoro e il fotografo non ha potuto fare altrimenti. Ma di foto così ce ne sono tantissime.

Avoscan di San Tomaso il giorno 30 ottobre 

Avoscan di San Tomaso Agordino 


Quella che ha avuto grande riscontro sui social ed è diventata virale perchè condivisa dal governatore Zaia è stata scattata da Alleghe Funivie all’ingresso del paese, e rappresenta una zona ripulita a tempo di record. Un esempio che Zaia ha preso per indicare il modo di lavorare e di vivere dei bellunesi e dei veneti.

Chi avesse foto di questo tipo, può inviarle all’indirizzo del Corriere delle Alpi belluno@corrierealpi.it. —
 

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