Legno, la filiera può rivivere: «Ma deve guardare oltre»
Il subcommissario Stella ha verificato la volontà degli imprenditori bellunesi. Lo scopo è far ripartire un settore in grande crisi che rischia di scomparire
Paola Dall’Anese
Partire dalla gestione del post emergenza alluvione per ricostituire la filiera del legno. Di questo hanno discusso ieri attorno a un tavolo associazioni di categoria, il presidente della Camera di Commercio Mario Pozza e il sub commissario all’emergenza con delega alle foreste Fabrizio Stella (direttore di Avepa). «Un incontro voluto espressamente da noi», precisa Mario Pozza, presidente camerale, «per trasformare la disgrazia di fine ottobre in un’opportunità per far ripartire un settore che in provincia sta soffrendo da anni».
«Sono contento che siano venute tutte le categorie», precisa Stella al termine del vertice, «ho visto tra loro la volontà e l’unità per far ripartire questo settore. L’obiettivo è trasformare quanto accaduto a fine ottobre in un’opportunità per riavviare la filiera del legno. Credo che la sfida sia da cogliere perché, pur nel male, questo territorio è ancora sotto i riflettori. Una situazione che potrebbe essere sfruttata per realizzare progetti in grado di dare nova linfa a tutte le imprese collegate alla filiera del legno. Servono progetti condivisi per ripartire», ha sottolineato Stella. «A prescindere dalla disponibilità di legno che si registra ora a causa dell’alluvione, dobbiamo guardare oltre, per permettere agli imprenditori di sopravvivere anche in futuro. La gestione del post emergenza, quindi, servirà per ripartire con slancio, ma poi dovremo inserire i piani e le idee per fare in modo che questo sistema diventi strutturale». Quello a cui pensa Stella, ma anche le associazioni di categoria, «è di trattare il legno dall’inizio alla fine, dal taglio alla sua lavorazione, fino alla sua trasformazione in biomassa. Bisogna poter fare tutto».
Una sfida non proprio semplice, ma gli imprenditori sembrano essere pronti a fare il grande passo. «Più che richieste, qui oggi abbiamo ricevuto input, stimoli e anche qualche rimostranza per la mancanza di aggregazione di cui soffre il comparto», dichiara, a nome di tutte le associazioni di categoria, Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno Dolomiti. «Non c’è filiera del legno se non guardiamo al domani. Il post emergenza deve servire per pensare a come strutturare un sistema che possa reggersi con le proprie gambe nel tempo. Le possibilità ci sono per andare avanti su questa strada, le aziende, però, devono aggregarsi tra loro per poter sopravvivere».
E cosa dire della concorrenza con l’Austria? Per Stella questo non deve essere un problema. «L’Austria tratta 14,5 milioni di metri cubi di legname all’anno, non è pensabile per noi competere con loro. Quello che dobbiamo fare, invece, è lavorare con quello che abbiamo qui per un mercato locale e italiano. Dobbiamo creare una sorta di marchio da esportare nei vari territori».
Per il subcommissario l’interesse per il nostro legno c’è già, quindi qualcosa si sta muovendo. «Ci sono 230 manifestazioni di interesse per il legname caduto. Quelle realtà che stanno già raccogliendo gli alberi schiantati, li stanno vendendo e bene. Il Bellunese ha ottenuto visibilità dopo il 29 ottobre, altra ne verrà in vista dei Mondiali 2021. Per far ripartire il comparto c’è già l’impegno dell’ente camerale e della Regione, ora dipende dalle imprese».
E qualche idea c’è già. «Su una filiera del legno stavamo già lavorando prima dell’alluvione, ora stiamo pensando anche a un portale del legno per far incontrare domanda e offerta», anticipa Pozza. —
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