LONGARONE. Un longaronese, marito e padre, è stato rinviato a giudizio per violenza privata, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
L’uomo è difeso dall’avvocato Spinazzè, mentre l’ex coniuge e la figlia si sono costituite parte civile con Simona Ianese. La coppia ha avuto anche un maschio, ma non è parte nel processo: o non è stato vittima di reati o lo è stato, ma non gliene importa niente.
I fatti contestati dalla Procura della Repubblica coprono un lasso di tempo che va dal 2011 al 2013. L’udienza preliminare si è svolta in camera di consiglio, ma secondo una prima ricostruzione della magistratura la violenza privata sarebbe stata consumata nei confronti della ragazza. I due erano a bordo delle rispettive macchine, quando l’uomo l’avrebbe sorpassata e messa in difficoltà con frenate e altre manovre pericolose. In famiglia non mancavano i maltrattamenti, che erano più a sfondo psicologico che fisico. Si trattava di parolacce assortite e di una serie di atteggiamenti che umiliavano la donna e le rendevano la vita penosa.
I rapporti tra i due sono andati sempre più degenerando fino a quando lei non ha più voluto saperne di avere rapporti sessuali. Nessun dovere coniugale. L’uomo l’ha fatto lo stesso ed è stato querelato di nuovo, stavolta per l’ipotesi di reato più grave di violenza sessuale.
L’imputato è comparso davanti al giudice per le udienze preliminari Scolozzi, accompagnato dal suo difensore. Il pubblico ministero D’Orlando ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, mentre Ianese ha presentato la costituzione di parte civile. Non solo una maniera di partecipare attivamente al processo, ma anche un sistema per chiedere un risarcimento dei danni sofferti, quando sarà il momento della discussione finale. Nel frattempo l’udienza di smistamento è stata fissata per il prossimo 10 aprile, giorno in cui un altro giudice raccoglierà le liste dei testimoni da ascoltare in aula e farà il calendario delle udienze successive. —
Gigi Sosso