BELLUNO. «Il fenomeno dilagante dei nuovi poveri non si combatte con l’Isee, né tantomeno con il reddito di cittadinanza»: parola di Titti Monteleone, rappresentante provinciale della destra sociale facente capo al movimento nazionale per la sovranità dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
«Sul calcolo del reddito Isee c’è un errore di fondo. Ogni tipo di valutazione tiene infatti in considerazione il reddito lordo e non il netto. Ma quest’ultimo è quello che realmente entra nelle case degli italiani. In questi termini le agevolazioni promesse sono per pochi e comunque non per coloro che ne avrebbero davvero bisogno. Discorso a parte merita poi il reddito di cittadinanza che rischia di giovare solo a coloro che nella loro vita non hanno mai lavorato e di conseguenza contributo all’economia del paese. Due sono a mio avviso le categorie favorite dall’introduzione del reddito di cittadinanza: chi non ha mai lavorato e gli extracomunitari. In questa affermazione non c’è nulla di razzista ma si basa su dati oggettivi di natura economica».
Titti Monteleone non risparmia alcune frecciate alla politica locale: «A livello locale più che nazionale, tocca alle amministrazioni mettere in campo quelle misure necessarie a contrastare la povertà dilagante che purtroppo esiste anche a Belluno. A proposito di Belluno, penso ad esempio alla mancata applicazione del cosiddetto protocollo di Brindisi che rappresenta una mannaia per i coniugi separati». —
Dierre