CORTINA. Non è un plebiscito, ma poco ci manca. L’87% dei milanesi, l’83% degli italiani, l’81% dei lombardi e l’80% dei veneti sono favorevoli ai Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. Il sondaggio è del Cio, il Comitato olimpico internazionale. L’indice di gradimento in Svezia è del 55%, a Stoccolma del 53%. Mai dati sono stati più alti, come si è commentato ieri a Milano da parte della Commissione Cio, alle ultime ore di ricognizione sulle sedi della candidatura.. «In tutti i siti che abbiamo visitato abbiamo trovato non solo organizzazione, ma soprattutto passione», ha ammesso il presidente della Commissione di valutazione del Cio, Octavio Morariu, «dovunque siamo andati ci siamo sentiti benvenuti e la presenza di tutti gli stakeholder ci ha dato ulteriori certezze; è sempre necessaria per lo sviluppo e il successo di una qualsiasi candidatura».
Ma ecco l’ammissione che conta di più ai fini del voto dei delegati, quello previsto il 24 giugno a Losanna.
«Siamo assolutamente soddisfatti, la candidatura corrisponde perfettamente all’Agenda 2020 nel ridurre i costi, massimizzare i risultati e promuovere la sostenibilità», ha specificato lo stesso Morariu, «una candidatura straordinaria, un team che ha messo passione, impegno ed esperienza. Tutto ciò rende la candidatura di Milano e Cortina decisamente molto ma molto solida».
Dopo aver ricevuto la lettera di garanzie con la firma di Giuseppe Conte, Morariu ha riconosciuto che c’è anche un forte sostegno del governo; di più, «c’è indubbiamente unità fra Governo, comunità locali, atleti e comunità economica».
Alla domanda di un giornalista svedese sul testa a testa con Stoccolma, Morariu ha replicato: «Questa è una gara e c’è sempre qualcuno che è più avanti; ma il traguardo lo raggiunge uno solo, chi ha fatto il massimo sforzo. Ci sono gli ultimi 100 metri e bisogna pazientare per vedere cosa accadrà. Il 12 aprile è la data per fornire le garanzie: non so se le riceveremo tutte, ma abbiamo il tempo per analizzarle e farle approvare. L’importante è averle entro la data del voto».
Non sono mancate le raccomandazioni. Guardando alle sedi delle gare, in particolare quelle in montagna, Morariu ha sottolineato che «gli atleti saranno gli attori principali; per quanto riguarda le gare, dovranno essere molto vicini quindi con alloggi e trasporti adatti. Abbiamo considerato le distanze e, come impressione generale, mi sembra che alcune sedi siano davvero fantastiche e piaceranno agli spettatori» . Sempre con riferimento alle località di montagna, Christophe Dubi, responsabile per il Cio delle candidature, ha invece sottolineato che «l’importante sarà ricreare quella atmosfera olimpica particolare. Ci saranno poi i momenti in cui gli atleti saranno insieme, come nelle cerimonie e nelle premiazioni, quindi credo che si possa rafforzare l’appeal offrendo agli atleti il meglio che i Giochi possano offrire».
Il capodelegazione si è congedato dal Coni con un singolare regalo per Giovanni Malagò. Un biglietto originale, incorniciato, delle Olimpiadi invernali 1956 per accedere allo Stadio della neve di Cortina ad assistere alla staffetta 4x10 km di sci di fondo. E il presidente del Coni ha ricambiato con una medaglia d’oro delle Olimpiadi di Roma 1960. «Avete vissuto la tipica atmosfera italiana, la nostra filosofia e la nostra mentalità. Ma ricordate la parola “serietà”», ha detto Malagò, rivolto ai commissari del Cio, «le genti della Lombardia e del Veneto sono la locomotiva d’Italia dall’inizio della storia repubblicana». —
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