Non li chiamava più per nome. Ogni volta che doveva rivolgersi alla moglie e ai tre figli, R.D.B. sceglieva una parolaccia, in un lungo repertorio. L’uomo era in tribunale per maltrattamenti in famiglia ed è stato condannato dal giudice Coniglio a tre anni di reclusione, 31 mila euro di risarcimento danni, cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici e sei di sospensione della patria potestà. Accolte tutte le richieste: da quella del pubblico ministero Gallego, che aveva chiesto anche la pubblicazione della sentenza a quelle degli avvocati di parte civile Riccitiello per la donna e Perco per i ragazzi. Unico inascoltato il difensore Stradaioli, che peraltro non aveva molte speranze di uscire dall’aula del tribunale con una sentenza favorevole e non certo per la consistenza del casellario del suo assistito.
Questo procedimento penale era nato, dopo che la figlia si era confidata con una professoressa dell’istituto magistrale Renier, dicendole che nella sua famiglia si stava vivendo una situazione di grande disagio. L’insegnante ha informato il dirigente scolastico e sono partite le indagini della Procura della Repubblica, che ha deciso per un incidente probatorio, nel quale la ragazza ha raccontato quello che succedeva in casa. I maltrattamenti erano quotidiani, accompagnati da epiteti come «mongolo» e minacce tipo «ti apro la testa come un caco».
I problemi, anche a livello coniugale, erano sorti dopo il trasloco da Santa Giustina a una frazione cittadina. Secondo la pubblica accusa, la convivenza era diventata impossibile quando l’imputato era uscito dal carcere e aveva cominciato a essere più presente in famiglia. È in quel momento che la donna aveva scoperto un lato del suo carattere che non conosceva.
Nel processo si è parlato anche di colpi con una prolunga o una mensola e di un coltello piantato sulla tavola di cucina, senza dimenticare una relazione extraconiugale per nulla nascosta, anzi ostentata. L’uomo si è difeso, definendosi un padre affettuoso e presente, che non ha mai fatto mancare niente ai familiari. E ha attaccato l’ex moglie, ritenendola responsabile di tutto.
Gallego ha chiesto la condanna, Riccitiello ha aggiunto 15 mila euro per la donna e Perco 8 mila per la figlia maggiore e 4 mila per gli altri due ragazzi, che hanno sofferto conseguenze minori. Stradaioli ci ha provato, ma Coniglio ha sentenziato anche interdizione dai pubblici uffici e sospensione della patria potestà. —