Targa su Cima Eötvös in memoria del barone ungherese
Walter MusizzaAuronzo. La notizia è giunta, inaspettata ma graditissima, prima a Wolfgang Strobl, storico di Dobbiaco, e subito dopo a Stefano Muzzi, presidente della sezione Cai di Auronzo.
László Schonviszky, presidente dell’Associazione Turistica Ungherese, ha comunicato che sta organizzando un “tour” commemorativo nel gruppo dei Cadini dedicato al Barone Loránd Eötvös, che sulle Dolomiti, assieme alle sue due figlie Ilona e Rolanda, scrisse pagine importanti della storia dell’alpinismo a cavallo tra’800 e’900.
A questo personaggio (1848-1919), famoso fisico e provetto alpinista, è intitolata la seconda cima per altezza nel gruppo dei Cadini di Misurina (metri 2.825), che s´innalza nella parte meridionale del Ramo di San Lucano direttamente ad est della Forcella del Nevaio. Una delegazione ungherese soggiornerà all’Hotel des Alpes di Misurina dall’8 al 12 settembre e porterà una corona alla targa che ricorda il barone sulla sella posta sotto la cima e che fu collocata nel 1994 da membri dell’Istituto di Geofisica Eötvös di Budapest. Poi due alpinisti ungheresi scaleranno la vetta e porranno una piccola targa sulla cima in quattro lingue, a ricordo del centenario della morte di questo grande scienziato.
Egli scalò con Innerkofler e a Happacher la Cima Undici del Popera nel 1879, poi fu sul Cristallino nel 1874, sulla Croda Rossa di Rondoi nel 1878, sulla Croda da Lago nel 1884. Le figlie Ilona e Rolanda calcarono le orme paterne e in anni in cui le donne erano creature rare ad alta quota, seppero dire la loro sull’albo dell’alpinismo dolomitico. Ma ci piace qui ricordare soprattutto che esse, pur suddite austro-ungariche, non trovavano nulla di compromettente nell’essere presenti, il 12 settembre 1907, all’inaugurazione su monte Piana, in mezzo a un tafferuglio causato dall’intervento delle guardie austriache, la Piramide Carducci, nei pressi dell’antico cippo di confine tra Impero Asburgico e Serenissima Repubblica di Venezia, per ricordare la storica ascesa del poeta-Vate quindici anni prima. —
Walter Musizza
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