PERAROLO
«Io ieri tremavo». All’indomani dell’intervento sulla Cima dei Preti, il presidente regionale del Soccorso Alpino, Rodolfo Selenati, è ancora preoccupato, perché i ripetuti appelli alla prudenza non bastano mai. Sabato trenta soccorritori (tra Cnsas del Veneto e del Friuli, Vigili del fuoco, Protezione civile e carabinieri di Cimolais) sono stati impegnati per oltre 15 ore nel recupero di due padovani che era rimasti bloccati venerdì sera a 2.600 metri: un soccorso lungo, impegnativo e molto rischioso.
«L’intervento è stato tempestivo e ha attivato tutti i mezzi possibili in quelle condizioni», ricorda Selenati. «C’era nebbia fino a bassa quota, neve oltre i 2000 e mi lascia perplesso chi frequenta la montagna in quel modo. Per affrontare una via del genere, che oltre ad essere impegnativa è anche molto lunga, bisognerebbe valutare bene le proprie capacità fisiche, ma soprattutto le condizioni meteo. Con quel tempo non era proprio il caso, inoltre adesso fa buio presto».
Selenati racconta anche i suoi timori: «Ho detto ad Alex (Barattin, il delegato del Cnsas per le Dolomiti bellunesi) “per l’amore del cielo, non rischiamo, abbiamo già dato, non voglio mettere a rischio i nostri uomini”. Alla fine, per fortuna, è andato tutto bene, ma rinnovo l’invito a considerare le condizioni meteo e a valutare le proprie capacità tecniche prima di iniziare una salita, perché i soccorritori rischiano la vita per aiutare gli altri. Con quella nebbia si perderebbe anche un esperto in un luogo conosciuto e sopra i 2000 metri c’è già neve. Sono stati bravi i soccorritori, hanno fatto un lavoro eccellente in condizioni molto avverse».
Alex Barattin sa che non sempre è facile decidere di restare a casa: «Sono dell’opinione che ognuno può andare in montagna come vuole, anche con il brutto tempo, ma bisogna avere le competenze per farlo. Ci sono persone che, per allenarsi, escono apposta quando ci sono condizioni meteo avverse, ma si tratta di persone in grado di auto gestirsi. Sia chiaro: un infortunio o un imprevisto possono capitare a tutti, anche ai più esperti, ma da giorni tutti i siti indicavano condizioni meteo sfavorevoli e non voglio credere che i due escursionisti incrodati sulla Cima dei Preti non avessero guardato le previsioni».
Barattin non giudica, ma definire quella dei due padovani “una scelta poco ponderata” è inevitabile: «L’aspetto peggiore è che per recuperarli abbiamo messo in pericolo diverse persone. Sabato mattina abbiamo valutato molto bene la situazione prima di decidere di salire. Alla fine abbiamo scelto di andare, pur sapendo che quella montagna è rischiosa già quando le condizioni meteo sono buone. Il rischio è stato molto molto molto elevato».
Spesso, infatti, gli escursionisti credono che i soccorritori arriveranno a prescindere: «No, è capitato che si decidesse di non andare e di rinviare perché il rischio era troppo elevato. Sfatiamo il mito che si possa andare ovunque e sempre». —