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Durastante non aveva la cintura allacciata serve una nuova perizia

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belluno. Si allungano i tempi per il processo a carico di Evandro Galhardo Gonsalves, il brasiliano irreperibile dal giugno 2018, accusato dell’omicidio stradale di Barbara Durastante.

Ieri il processo era arrivato al termine con le conclusioni dell’accusa e della difesa, che però ha sottolineato la necessità di chiarire un elemento fondamentale.

Quella sera del 17 dicembre 2017, infatti, sia Barbara Durastante che l’imputato non avevano allacciato le cinture di sicurezza che, secondo l’avvocato Rovelli, avrebbero potuto salvare la vita alla donna, visto che l’incidente avvenne a una velocità abbastanza contenuta. Il giudice Angela Feletto, dopo essersi ritirata in camera di consiglio, ha deciso di accogliere l’istanza della difesa e di disporre una perizia specifica su questo aspetto, rinviando al 9 dicembre per il conferimento dell’incarico.

Ieri mattina in aula è stato ascoltato un testimone, il titolare del bar dove i due si erano recati per comprare le sigarette, e il perito incaricato dal pubblico ministero.

Il perito ha sottolineato che la Fiat Uno non presentava difetti o anomalie tali da collegare l’incidente a un guasto meccanico. Lo sterzo funzionava regolarmente e i pneumatici erano in buone condizioni, a parte quello che si era rotto in seguito (e non prima) all’impatto contro l’albero di via Vittorio Veneto.

Secondo il perito, l’andatura della Fiat Uno che procedeva a zig zag e con continue frenate e accelerate, segnalate dai testimoni, si spiega con l’elevato tasso alcolemico rilevato poi nel sangue dell’imputato. Il perito ha confermato che entrambi gli occupanti non avevano la cintura di sicurezza allacciata, spiegando anche che, per stabilire un eventuale nesso con il decesso della donna, era necessario il parere di un medico.

Durante le conclusioni, il pm Gianluca Tricoli ha chiesto la condanna a 8 anni e mezzo e la revoca della patente, ma con la nuova perizia potrebbero esserci altri elementi da valutare.

La famiglia Durastante, che si è affidata a Giesse Risarcimento Danni di Belluno, dovrà dunque attendere ancora per capire cos’è successo alla figlia. —

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