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Gli agnelli dell’Alpago “apprezzati” dai lupi 22 capi uccisi in due notti

Francesco Dal Mas
1 minuto di lettura

ALPAGO

Dopo aver perso 7 pecore e 5 agnelli, nella notte tra mercoledì e giovedì, l’allevatore Sebastiano Fullin piange il nuovo colpo dei predatori: 3 pecore, 7 agnelli ed un montone.

Il lupo (o i lupi) si è ripresentato all’alba di ieri mattina. Il tutto avviene a Cornei, nella conca dell’Alpago dove Sebastiano ha uno dei 16 allevamenti che gestisce insieme al padre Alessandro.

Il giovane si è presentato in stalla alle 4 del mattino per verificare se il carnivoro si fosse presentato durante la notte. Niente. È ritornato alle 5.30. E ha trovato la mattanza. E quasi piangendo è andato a svegliare il padre, a casa a Tambre.

La reazione? «Alleviamo 600 capi, distribuiti in 16 stalle con recinto, da Fregona a Ponte nelle Alpi – risponde Fullin padre – e adesso siamo angosciati. Il lupo ha preso le misure e senz’altro tornerà a banchettare».

Per la verità, una parte dei recinti sono sorvegliati da cani pastori, acquistati nell’Est europeo, «grandi come vitelli e molto cattivi», racconta Alessandro; quando li vedono, i lupi scappano.

Ma questi ultimi hanno imparato ad attaccare gli allevamenti indifesi. O meglio, sono aree con stalla d’appoggio, recintate fino ad un metro d’altezza e col filo spinato per allontanare i maleintenzionati. Ma i lupi saltano e nessuno può fermarli, neanche se c’è un pastore a fare da guardia.

«Di solito perlustrano il territorio, arrivando sul posto tre o quattro volte per verificare se possono attaccare. Poi, al momento decisivo, nessuno li ferma».

Alessandro Fullin è al vertice del consorzio di allevatori che garantisce l’agnello dell’Alpago, una specie che ha avuto una grande crescita negli ultimi anni sia come allevamenti ma anche come qualità della carne e dei prodotti.

«Quest’anno avevamo preparato per Pasqua circa 200 agnelli. I ristoranti sono chiusi e ci hanno disdetto le prenotazioni. Riusciremo a venderne un quarto ai privati. Gli altri? Siamo in crisi per il coronavirus, il lupo proprio non ci voleva».

Secondo i Fullin, la presenza del branco in Cansiglio renderà problematico l’alpeggio in montagna, che doveva scattare già da maggio. E dotarsi di cani «è una spesa insostenibile». —

Francesco Dal Mas

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