Tante segnalazioni di cyberbullismo sulle chat didattiche
La polizia di Stato ha iniziato lezioni virtuali spiegazioni su Teams per le elementari
Cri.Co.Il problema
Bulli anche con la didattica online. Parliamo di ragazzini più furbi che prendono in giro, in chat o sulle piattaforme, coetanei o studenti più piccolini. L’attenzione è alta da parte degli insegnanti, anche in questo periodo di Covid che obbliga alle lezioni online.
Tante, finora, le segnalazioni ricevute dalla Polizia di Stato, che ha così deciso di convertire il suo calendario di lezioni nelle scuole sul “cyberbullismo”, con call conferences sulle piattaforme virtuali usate nelle normali lezioni scolastiche in questi mesi di Covid.
A Sedico, alla primaria, sono stati gli stessi insegnanti a chiamare la questura a questo approccio con i ragazzi, dopo qualche sentore che i bulli si fossero fatti sentire con i piccolini delle elementari. «Abbiamo tenuto la prima lezione virtuale sul tema bullismo e cyberbullismo», spiega Wirna Triches, che insieme con la collega Barbara Bortoluzzi sta seguendo la materia. «La richiesta è venuta dalla scuola: noi avevamo saltato il calendario degli incontri fissati nelle scuole per l’impossibilità di fare lezione sulla legalità. Ma a fronte di questo problema, si è creata una nuova situazione. E abbiamo trovato il modo di fare arrivare i nostri messaggi ai ragazzi».
Prese in giro anche nelle chat, scherzi virtuali, ma anche segnalazione di intromissioni fraudolente attraverso alcune piattaforme utilizzate per la didattica, sono arrivate alla polizia. Talvolta sono i fratelli maggiori a intervenire anche con accessi non autorizzati sulle chat dei più piccoli, altre volte sono gli stessi compagni a bersagliare i più deboli a lezione finita. Il bullismo si manifesta anche in questi modi, attraverso il web.
Triches e Bortoluzzi hanno tenuto questa lezione virtuale con la 5ª della Primaria di Sedico, su Teams; oggi ne faranno un’altra. I ragazzi erano molto interessati, nonostante i 10 anni: «I prof ci avevano preventivato una durata massima di 40’ e invece siamo andati avanti due ore con gli alunni che facevano domande. Un risultato molto positivo che oggi ripeteremo con un’altra quinta e che ci permette anche di provare a immaginare le nostre lezioni di legalità in vista del prossimo anno scolastico».
Gli alunni erano focalizzati su bullismo e cyberbullismo: «Abbiamo spiegato loro che c’è una differenza tra la presa in giro fatta di persona e quella fatta in rete. I ragazzi debbono anche sapere che di quanto si fa sul web rimane ogni traccia». —
Cri.Co.
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