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Per tre nuovi sindaci primo anno di lavoro difficile da dimenticare

Oltre al cronico problema del tanto da fare con pochi soldi è arrivata l’emergenza sanitaria a complicare di più le cose

luca de michiel
2 minuti di lettura

CADORE

Un anno (e qualche giorno) da sindaci. Era il 26 maggio del 2019 quando in diversi comuni della Provincia i cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere le nuove Amministrazioni. Tante conferme, alcuni ribaltoni e diversi volti nuovi. Tutti con un unico ma grande problema da risolvere: amministrare piccoli Comuni di montagna con pochi fondi e tante cose da fare. Un anno non facile per nessuno, e tanto meno per chi per la prima volta è stato chiamato ad indossare la fascia tricolore. Un programma elettorale da avviare tra burocrazia e responsabilità, promesse da mantenere, i danni di Vaia da sistemare e, per ultima, l’emergenza Covid, che è stata molto più di un esame di laurea praticamente per tutti. Gli esiti delle urne hanno portato al clamoroso ribaltone amministrativo di Santo Stefano, a cui segue quello di San Pietro, dove è stato eletto Manuel Casanova.

SAN PIETRO

«Non ci siamo resi nemmeno conto che è passato già un anno», esordisce Casanova Borca, «abbiamo già centrato alcuni obiettivi del nostro programma e allo stesso tempo abbiamo dovuto affrontare molte cose straordinarie. Parlo ad esempio dei cantieri post Vaia, ma soprattutto dell’emergenza Covid. La squadra di maggioranza, nonostante tutto, è ben compatta e sta lavorando bene; siamo cresciuti molto in merito alla conoscenza delle questioni amministrative e l’entusiasmo di tutti è ancora altissimo. Spero che la popolazione», conclude il primo cittadino, «capisca che ce la stiamo mettendo tutta».

DOMEGGE

Tra le new entry della scena politica cadorina c’è il sindaco di Domegge, Achille Barnabò, che un anno fa ha vinto la difficile battaglia contro il quorum. «Posso stilare un bilancio molto positivo di questi primi 365 giorni», dichiara, «ci siamo concentrati un po’su tutto: a partire dall’ambiente e dal decoro fino ad arrivare alla scuola, ci sono tante cose da sistemare in paese. Devo ringraziare l’ottima squadra comunale, dai dipendenti fino ai consiglieri per il grande lavoro che tutti uniti stiamo svolgendo. Un tema importante su cui abbiamo puntato è il confronto con la popolazione; essendo io stesso di Domegge, avevo già in mente tante cose che potevano essere migliorate e stiamo cercando di farlo. Mi sto dedicando a questo impegno», conclude, «con entusiasmo, passione e dedizione. Sono soddisfatto perché i riscontri sono molto positivi. Speriamo che l’emergenza sanitaria finisca per dedicarci totalmente al paese».

LORENZAGO

Prima esperienza alla guida del paese anche per Marco D’Ambros, primo cittadino di Lorenzago che, dopo anni nella minoranza, con una squadra giovane e motivata ha ottenuto buona parte del consenso dei suoi concittadini. «È stato un anno molto intenso», conferma il sindaco lorenzaghese, «in questi mesi abbiamo cercato di dare il via ad un processo di cambiamento del paese e tante cose, anche grazie all’aiuto fondamentale dei volontari, sono già state fatte. Posso fare un lungo elenco, ma priorità è stata data, come da programma, al decoro del paese e alla salvaguardia della nostra scuola». Avviati già diversi lavori pubblici, anche a Lorenzago sono in corso le opere di sistemazione dei danni Vaia. «Grande attenzione abbiamo dedicato al sociale e allo sviluppo del sistema di comunicazione tra Comune e cittadini con varie iniziative in questi campi molto apprezzate dalla popolazione. Tante cose restano da fare», conclude D’Ambros, «se continuiamo così siamo sulla buona strada, ma non è sempre facile accontentare tutti e sopperire alla mancanza di fondi e di personale». —

luca de michiel

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