Raddoppiate le morosità legate alle spese condominiali
Nel 2019 i mancati pagamenti ammontavano a 64 mila euro mentre quest’anno hanno già raggiunto i 100 mila euro L’azienda costretta all’anticipo
pdabelluno
Cresce la morosità tra gli inquilini dell’Ater soprattutto per quanto riguarda le spese condominiali. «Se la morosità per gli affitti è costante nel tempo», precisa il direttore dell’ente, Alberto Pinto, «abbiamo visto una crescita di quella per le spese condominiali. Nel 2019, infatti, i mancati pagamenti ammontavano a 64 mila euro, mentre nel 2020 sono schizzati a 100 mila euro, quasi il doppio nel giro di un anno». L’Ater, quindi, per legge, è costretta a pagare queste spese al posto dell’inquilino, cercando però di rivalersi sull’affittuario per il recupero della somma. «Se la morosità copre quattro mensilità scatta lo sfratto», sottolinea la presidente Ilenia Rento che poi sciorina le cifre. «Ad oggi abbiamo 10 sfratti aperti e una sessantina di procedure di recupero crediti in atto. Ma tutte queste procedure attualmente sono bloccate a causa della normativa nazionale scattata per il Covid-19 e che sarà in vigore fino a dicembre 2020».
Queste situazioni sono determinate, anche, dal cambiamento della tipologia di utenza dell’Ater. «Sempre di più chi ricorre ai nostri alloggi sono persone in difficoltà economica che non riescono nemmeno a sostenere le spese minime di una vita normale. Si tratta perlopiù di soggetti in carico anche ai servizi sociali comunali. Questo implica un aumento di morosità e quindi di procedure per recupero di crediti fino allo sfratto esecutivo», spiega il direttore.
Attualmente sono 73 gli alloggi sfitti sparsi per la provincia che dovranno essere assegnati con i bandi di concorso che l’azienda ha indetto e che scadrà il 4 dicembre prossimo, ad eccezione che per i comuni di Alpago che scadrà l’11 dicembre e per Chies d’Alpago che terminerà il 28 dicembre. Da questo bando uscirò la graduatoria da cui poi l’Azienda andrà ad assegnare gli appartamenti.
Ma ci sono alcune aree della provincia dove gli alloggi Ater non vengono scelti. «Si tratta soprattutto di comuni come Rivamonte Agordino, Gosaldo, lo Zoldano e l’Alpago», precisa Rento che aggiunge: «Ad essere rifiutati sono una ventina di appartamenti ubicati in queste aree dove le linee di comunicazione sono critiche e così pure si registra una carenza di servizi. La maggior parte della popolazione richiede alloggi che si trovano sull’asse Belluno-Feltre, dove si concentrano le attività ma anche dove i servizi sono efficienti. Dopo aver provato a rendere appetibili questi appartamenti senza successo, stiamo pensando di venderli all’asta», conclude Rento. —
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