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Le perplessità della Regione «Un progetto che accentra»

f.d.m.
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BELLUNO

«Con il 75% del mercato degli agrofarmaci e il 63% di quello delle sementi nelle mani di sole tre multinazionali a livello mondiale è evidente la necessità per l’Italia di rafforzare il sistema dei Consorzi Agrari che sono l’unica struttura degli agricoltori italiani in grado di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole».

Era il 27 luglio scorso quando si costituiva, con questa motivazione di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, la società Cai (Consorzi agrari d’Italia) fra BF (Bonifiche Ferraresi) e i Consorzi Agrari Adriatico, Centro Sud, Emilia e Tirreno.

L’allargamento ad altre realtà, compreso il Consorzio di Treviso Belluno, ha fatto reagire anche la politica. L’ex sottosegretario Franco Manzato, della Lega, trevigiano, molto vicino all’Alpago, ha presentato un’interrogazione parlamentare. Il progetto di fusione approderà preso in consiglio regionale.

«Chiederò un’audizione urgente sull’operazione – ha anticipato Giuseppe Pan, già assessore del Carroccio –. È singolare e anacronistico che di questi tempi, in cui l’autonomia dei territori premia la buona gestione delle risorse, ci sia chi a Roma voglia espropriare i nostri consorzi agrari ben gestiti e in utile per tappare buchi di bilancio in altri territori ben noti».

Il neo assessore Federico Caner è anche lui perplesso. «Un progetto che accentra, di fronte a un gioiello del territorio efficiente e che funziona, non è un’operazione che ci pare appropriata, anzi siamo molto perplessi. Ma sono scelte strategiche di un’associazione che rispettiamo e su cui non possiamo incidere».

Caner, fa sapere che dipendenti e agricoltori, anche soci Coldiretti «ci hanno chiesto a centinaia di intervenire: non lo possiamo fare, ma chiediamo che una scelta del genere avvenga nella massima trasparenza, coinvolgendo tutti i soci».

Per una fotografia della realtà del Consorzio bisogna risalire al bilancio 2019 che ha registrato un valore della produzione di oltre 100 milioni di euro ed un utile di esercizio che si attesta a 625 mila euro. Numeri che raccontano un’azienda sana, che si appresta a crescere ancora grazie a nuovi investimenti e progetti.

«Con oltre 100 milioni di fatturato, 2. 500 soci e 16. 000 clienti – ha sottolineato nel luglio scorso il presidente del Consorzio, Giorgio Polegato – la nostra realtà dimostra di essere un punto di riferimento per il comparto agricolo delle province di Treviso e Belluno».

f.d.m.

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