Si continua a spalare in Cadore e in Comelico, riaperti tutti i passi
Regione e Provincia chiedono ristori per le spese sostenute dagli enti locali. Il ministro Federico D’Incà assicura: «Il governo sarà pronto a intervenire»
Alessia Forzin
COMELICO
In viaggio fra due muri di neve. Si torna lentamente alla normalità in montagna, dopo la copiosa nevicata che ha sepolto Cadore e Comelico. Ieri sono stati riaperti tutti i passi dolomitici, tranne il Fedaia, ma è nel cuore dei paesi che i volontari, instancabili, insieme agli operai dei Comuni e ad alcune ditte private sono al lavoro giorno e notte per liberare strade, marciapiedi e tetti.
Quarantasette vigili del fuoco, quaranta volontari da Trento fra vigili del fuoco e protezione civile, dodici militari dell’esercito, 43 uomini del Soccorso alpino, alpini e un’altra ottantina di volontari: sono centinaia le persone che stanno operando per risolvere le criticità. Ieri mattina si è continuato a liberare strade a San Nicolò Comelico, a Lozzo, Calalzo e in numerose altre zone del Cadore, dove i cumuli a bordo carreggiata ostacolavano il transito dei mezzi. Si torna lentamente alla normalità, ma restano alcune criticità.
A San Nicolò va completata la pulizia della viabilità a Gere, a Comelico Superiore vanno liberate le strade a Casamazzagno, a San Pietro le criticità sono a Costalta e Presenaio, il sindaco ha chiesto un camion aggiuntivo per portare via i cumuli di neve. Anche a Santo Stefano, Costalissoio e Danta bisogna liberare le strade, e tutti i sindaci hanno definito prioritario liberare i tetti degli edifici pubblici dalla neve.
«Ancora una volta il gioco di squadra paga. Ringraziamo tutte le forze in campo, che si sono spese per assicurare un servizio efficace alle popolazioni, anche lasciando gli impegni familiari durante le festività», commenta il consigliere provinciale con delega alla Protezione civile, Massimo Bortoluzzi.
Anche ieri, ad esempio, i volontari del Soccorso alpino di Val Comelico, Feltre, Alpago, Prealpi Trevigiane, Pedemontana del Grappa, Verona e Vicenza speleo, hanno provveduto a liberare dal peso della neve numerosi edifici pubblici a San Nicolò Comelico e Campolongo. Chiese, canoniche, palestre e scuole primarie in particolare, in vista della possibile riapertura.
In collaborazione con i mezzi di Vigili del fuoco ed esercito sono stati ripuliti anche tetti di case private in situazione critica. Anche il Soccorso alpino di Auronzo è intervenuto nel territorio di competenza, così come i soccorritori di Agordo a Chenet di Cencenighe e quelli della Val Biois a San Tomaso Agordino. Oggi le squadre proseguiranno a liberare altre strutture.
«Abbiamo un centinaio di volontari in campo nel solo Comelico (tra Ana, Cnsas e Agesci), ma altre squadre continuano ad essere operative anche ad Auronzo, a Cibiana e a Lamon, dove sono giunti anche dei volontari dell’Ana di Padova. Stiamo facendo un grande lavoro di squadra insieme all’Esercito e con la collaborazione, in particolare a Cibiana, anche dei mezzi della Provincia Autonoma di Trento. A tutti va il nostro grazie», spiega l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin.
«Insieme alla parte logistica, va peraltro governata anche la parte amministrativa, per questo è importante che, oltre alle organizzazioni di volontariato attivate dalla Regione, da subito anche le amministrazioni locali preparino il conto con le spese ammissibili. Stiamo lavorando, come Regione, a stretto contatto con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, abbiamo già pronta la dichiarazione dello Stato di crisi regionale per la richiesta di Stato di emergenza nazionale, così da trovare le dovute coperture alle spese degli enti locali per le straordinarie nevicate».
Anche Bortoluzzi ricorda la necessità di ristorare le spese sostenute («in molti casi i Comuni hanno già superato i budget previsti per lo sgombero neve»), ma l’impegno del governo non mancherà, assicura il ministro Federico D’Incà: «Sono in costante contatto con la Protezione civile e con i sindaci a cui daremo la massima attenzione in seguito alle spese sostenute. Il 4 gennaio abbiamo indicato, tramite le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, le modalità per quantificare i costi. Il governo sarà pronto ad intervenire». —
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