BELLUNO. Un’ottantina di milioni sulle Dolomiti bellunesi con il Decreto Ristori che sarà approvato forse venerdì dal Consiglio dei ministri. È l’attesa minima degli operatori, rispetto a mancati introiti per centinaia di milioni (150 solo tra il ponte dell’Immacolata e l’Epifania). «È ancora presto per dire la cifra, ma stiamo lavorando affinché la soddisfazione sia ancora maggiore rispetto agli indennizzi già ricevuti», afferma l’onorevole Roger De Menech (Pd).
Dall’inizio della pandemia lo Stato ha erogato complessivamente al Veneto 12 miliardi di euro, circa una cinquantina di milioni al Bellunese. Nei prossimi giorni, forse già domani, il Governo dovrebbe approvare il nuovo Decreto Ristori, con aiuti che ammonterebbero complessivamente a 30 miliardi di euro. Le attese in provincia di Belluno sono molto forti, dalle più diverse categorie: bar, ristoratori, albergatori, impiantisti e maestri di sci, commercianti al dettaglio e all’ingrosso, servizi alla persona (parrucchieri, estetiste, palestre e centri benessere), attività sportive, di intrattenimento e divertimento, categorie professionali, attività creative e artistiche, agenzie di viaggio e tour operator.
Il mondo della ristorazione e della ricettività in provincia – rileva Luca Dal Poz, direttore di Confcommercio - ha calcolato perdite intorno ai 100-110 milioni solo tra dicembre e la prima settimana di gennaio. Il mondo dello sci, indotto compreso, è rimasto fermo, non introitando circa 50 milioni.
«La coperta purtroppo è corta», ammette l’on. De Menech. «In questi giorni in parlamento stiamo definendo un provvedimento con cui lo Stato stanzia 25 miliardi di euro per le imprese; anzi, più probabilmente saranno 30. Vi troveranno ristoro tutte le categorie del turismo invernale. Saranno privilegiate quelle che proprio non hanno lavorato: penso agli impianti di risalita, ai rifugi delle piste, a tanti alberghi (alcuni, per fortuna, hanno avuto come ospiti i lavoratori delle infrastrutture per i Mondiali), ai maestri di sci. E, per quanto riguarda le imprese, cercheremo di aiutare con più vigore soprattutto quelle vocate davvero alla ripartenza». —