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Vaccinazione le prime dosi ancora in stand by

pda
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belluno

Partito ieri il nuovo drive-in tamponi a Paludi in Alpago: sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30, sabato e festivi dalle 8.30 alle 12.30. «I numeri sono stati contenuti, ma è andato bene», precisa il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti, «altri siti per l’esecuzione dei tamponi sono stati cercati, ma servono aree che non creino problemi alla viabilità e che abbiano gli allacci ad acqua e luce. Questo di Paludi è utile, perché si trova all’uscita dell’autostrada e poi è stato pensato anche nell’ottica di un ridotto numero di tamponi. Qui possiamo accogliere i bellunesi dalla Valbelluna al Cadore fino all’Alpago, area quest’ultima che aveva lamentato difficoltà nel raggiungere il centro di Belluno». Cinquetti sottolinea che l’organizzazione di questo drive-in è provvisoria. «Ad oggi i tempi dell’offerta per i tamponi è ampia e l’attesa inesistente vista la riduzione dei positivi. Quando partirà la vaccinazione anti Covid di massa, riorganizzeremo i Covid point, anche perché diventeranno meno necessari».

Vaccini

Le nuove dosi sono in stand by, proprio per la carenza di forniture, mentre i richiami continuano, tanto che a fine gennaio saranno completamente immunizzati tutti gli ospiti e operatori delle case di riposo. Oggi all’ospedale San Martino ci sarà il drive-in vaccinale per i medici del territorio, mentre domenica toccherà a quelli del 118. Finora si contano sulle dita di una mano le persone che dopo il vaccino sono risultati positivi. «O perché già stavano incubando l’infezione o come effetto del vaccino», spiega Cinquetti, il quale aggiunge che a questi, secondo quanto stabilito dall’Aifa, la seconda dose non sarà somministrata. In settimana dovrebbero arrivare 400 dosi di Moderna.

l’epidemia in provincia

Cala il numero dei positivi nel Bellunese e con lui la pressione sugli ospedali, ma Cinquetti ancora non si sente di cantare vittoria. «Bisognerà attendere almeno un paio di settimane per avere un dato consolidato sulla flessione della curva epidemica. I nuovi infetti devono essere meno dei 40-50 che registriamo ogni giorno per poter tirare un po’ il fiato. Il rallentamento del contagio è frutto dei provvedimenti restrittivi nazionali e regionali, dei comportamenti delle persone e del lavoro che la sanità sta facendo in fase preventiva e di contact tracing. Oggi un positivo viene preso in carico dai sanitari entro 24 ore, mentre durante il picco del contagio servivano anche 3-4 giorni. Credo che servirà almeno un altro anno perché la macchina preposta al controllo epidemico venga smantellata». —



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