In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Rischio sismico, via libera regionale Sette comuni passano in fascia 1

La nuova mappa del Veneto diventa definitiva: le zone passano da 4 a 3, sono 20 i paesi che cambiano colore

Irene Aliprandi
1 minuto di lettura

il provvedimento

È stato approvato in via definitiva il provvedimento che ridisegna il rischio sismico nel territorio della Regione Veneto. La nuova mappatura era stata anticipata circa un mese fa e con ieri ha concluso il suo iter in Commissione e in giunta regionale. Il cambiamento più rilevante riguarda la provincia di Belluno, dove sette comuni passano in fascia uno, cioè quella con il maggior rischio sismico.

Si tratta di Alpago, Belluno, Borgo Valbelluna, Chies d’Alpago, Limana, Ponte nelle Alpi e Tambre. A questi sette comuni bellunesi si affiancano quattro trevigiani (Fregona, Revine Lago, Tarzo e Vittorio Veneto) e nel complesso la mappa mostra chiaramente l’area dove insiste il cambiamento più importante e quindi dove si rappresenta il rischio maggiore.

La nuova zonizzazione elimina anche il rischio 4 (cioè quello minimo) in cui in passato era compreso Livinallongo del Col di Lana; oltre a spostare dalla fascia 3 alla fascia due altri comuni, come Arsiè, Domegge, Gosaldo, La Valle Agordina, Lamon, Lorenzago, Perarolo, Pieve di Cadore, Rivamonte Agordino, Sovramonte, Valle di Cadore e Vigo di Cadore.

La nuova mappa, che divide il territorio veneto in 3 zone e non più in 4, è rilevante ai fini dell’individuazione degli adempimenti amministrativi previsti dalla vigente normativa in materia di rischio sismico, con particolare riguardo agli oneri di deposito e di verifica in capo agli enti locali e agli uffici regionali.

«In considerazione dell’impatto in termini organizzativi», spiega l’assessore regionale Elisa De Berti, «l’entrata in vigore della nuova zonazione sismica del territorio veneto avverrà dopo 60 giorni dalla pubblicazione sul Bur del provvedimento, come richiesto dalla Commissione consiliare».

«Il territorio», spiega ancora De Berti, «sarà ora suddiviso in tre zone: nella prima sono stati inseriti 11 Comuni, alla seconda 247, alla terza 305. Questa suddivisione, è innanzitutto indispensabile per organizzare adeguatamente la prevenzione del rischio sismico e per garantire una maggior sicurezza alla nostra popolazione. Ma è rilevante anche per gli aspetti amministrativi previsti dalla vigente normativa che disciplina l’attività edificatoria e per l’applicazione dei benefici derivanti dall’incentivazione fiscale finalizzata alla riduzione del rischio sismico delle costruzioni esistenti».

Chi vive in zona a rischio 4, infatti, non potrebbe beneficiare dei bonus per l’adeguamento della propria casa alle normative antisismiche, intervento che ogni famiglia dovrebbe prendere in seria considerazione.

Al contrario, il passaggio a una fascia di rischio maggiore, non comporta oneri particolari, cioè non richiede interventi di adeguamento di maggior grado. La nuova zonizzazione non coglie di sorpresa i comuni interessati, che stanno già lavorando da tempo alla messa a norma degli edifici pubblici, con la maggior parte delle scuole già messe al sicuro. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori