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Focolaio Auronzo: morta a Pasqua donna di 91 anni

Contagiati 11 ospiti e tre dipendenti. La minoranza consiliare: «Mi auguro che tutto il personale dell’Ulss non immunizzato sia stato allontanato dai reparti in cui operano»

Paola Dall'anese
1 minuto di lettura

AURONZO

Il focolaio scoppiato la settimana scorsa all’ospedale di comunità di Auronzo ha portato al decesso di una anziana di 91 anni. Si tratta di Elena De Bon, vedova De Martin, deceduta il giorno di Pasqua all’ospedale di Belluno. Era stata trasferita nei giorni scorsi dopo che le era stata riscontrata la positività al Covid. I suoi funerali si svolgeranno oggi alle 14,30 nella chiesa di Santa Giustina.

Il focolaio all’inizio ha coinvolto 9 degenti su 16 e due operatori socio sanitari non vaccinati contro il Coronavirus. Subito l’Ulss 1 Dolomiti ha provveduto a spostare tre pazienti in condizioni più critiche al San Martino, lasciando gli altri ad Auronzo. Nei giorni successivi sono risultati positivi al Covid altri due degenti e un terzo dipendente tra i 25 totali. Ora gli ultimi tamponi molecolari hanno evidenziato le negativizzazione di uno dei pazienti (gli attuali infetti sono dieci), mentre i tre operatori restano contagiati.
la situazione attuale

Ricoverati nella struttura ospedaliera di Auronzo ci sono attualmente sei pazienti negativi e tre positivi. Questi ultimi saranno trasferiti all’ospedale di comunità di Belluno. Confermata la negatività al virus, tramite tampone molecolare, dei 19 dipendenti.

L’appello

Sulla vicenda interviene la minoranza consiliare che tramite la capogruppo Daniela Larese Filon lancia un appello all’azienda sanitaria perché prenda provvedimenti nei riguardi degli operatori non vaccinati, vista la norma statale che obbliga la vaccinazione del personale. «Mi auguro che tutto il personale dell’Ulss non immunizzato sia stato allontanato dai reparti in cui operano. La signora De Bon aveva diverse patologie, ma è deceduta con il Covid che ha preso in una struttura, come l’ospedale, che doveva essere protetta. Mi auguro che l’Ulss sospenda i due operatori fino a quando non avrà appurato eventuali responsabilità».

Cosa sta facendo l’Ulss

A spiegare come si sta muovendo l’Ulss è il medico competente Maria Cristina Targon, che precisa come la percentuale di adesione complessiva alla vaccinazione anti Covid nell’azienda sia pari al 95%. «Nel rimanente 5% vi sono alcuni soggetti che presentano controindicazioni sanitarie prevalentemente temporanee».
«L’informazione dei professionisti sta portando ad una progressiva adesione alla campagna di profilassi anche alla luce della normativa». Inoltre l’Ulss ha coinvolto vari settori coordinati dalla direzione sanitaria, per procedere all’applicazione della norma». —
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