Cancia, l’Antelao fa meno paura: pronta la briglia che ferma la colata
Terminato il primo stralcio dei lavori da 4,1 milioni di euro. La struttura può bloccare 5 mila metri cubi di massi e pietre
Alessandra SegafreddoBORCA DI CADORE. «Con questa opera abbiamo ridotto di gran lunga i pericoli per gli abitanti di Cancia dovuti dalla colata dall’Antelao provocava. La sicurezza al 100 per 100 non esiste mai in tema di dissesto idrogeologico, ma oggi possiamo dire di poter essere molto più tranquilli». Così il sindaco Bortolo Sala, ha inaugurato la conclusione del primo stralcio delle opere realizzate ai piedi dell’Antelao per mitigare il rischio frana che incombe su Borca.
L’opera
I lavori sono stati portati avanti dalla Provincia di Belluno per un investimento di 4.135. 000 euro su un progetto complessivo da 7,5 milioni. L’opera principale, appena conclusa, è una briglia frangicolata del tipo “Sabo dam” di tecnologia giapponese, la prima e l’unica realizzata in Italia. Si tratta di una opera trasversale di trattenuta in cemento armato di tipo aperto, all’interno della quale sono inseriti elementi in acciaio frangicolata alti all’incirca 6 metri, funzionali a trattenere i massi più grandi della colata. È stata realizzata a monte della ridisegnata confluenza tra il Bus del Diau e la colata detritica e serve a fermare la parte più consistente della frana prima che raggiunga la componente liquida. Eseguita anche una deviazione del Bus del Diau, con il prolungamento del canale e lo spostamento della confluenza esistente da 1.362 fino a 1.260 metri di quota. L’opera ha uno sviluppo complessivo di 330 metri circa, costituito da tre tratti che terminano con tre salti di fondo, l’ultimo dei quali corrisponde alla vasca di dissipazione dell’energia del canale in ingresso. Infine è stata risagomata la cosiddetta “Rovina di Cancia”, un intervento per conferire alle possibili colate detritiche un convogliamento il più possibile centrale rispetto al canalone, evitando il rischio di sormonto. Il tratto interessato dall’operazione ha uno sviluppo di 70 metri circa e una larghezza variabile a seconda della conformazione del terreno (comunque non inferiore a 13 metri).

Cancia al sicuro
Le opere si erano rese necessarie dopo i fatti tragici del 2009. «Finalmente», ha ricordato Sala, «possiamo dire che l’abitato ha una sicurezza maggiore rispetto al passato». Lungo l’elenco di chi ha lavorato per consentire che l’opera fosse realizzata, a tutti sono andati numerosi ringraziamenti ed applausi da parte dei presenti in rappresentanza di tutti gli enti territoriali. «Questa è un’opera importantissima», ha ribadito Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale delegato alla Difesa del suolo, «per tutta la valle e non solo per Borca, dato che in passato la colata ha costretto a chiudere anche la Statale 51. È un’opera che abbiamo voluto con forza, avviata nel 2018 e conclusa prima del previsto, grazie alle maestranze che hanno lavorato con impegno. La scorsa estate nel cantiere era scesa una colata, così abbiamo testato la tenuta delle opere a monte».
Un sistema innovativo
La briglia “Sabo dam” è una novità in Italia: «Questo nuovo sistema giapponese», ha spiegato Pierantonio Zanchetta, dirigente della Difesa del suolo provinciale, «dovrebbe garantire il blocco di 5 mila metri cubi di materiale grosso, a cui si aggiungono le importanti funzionalità che hanno le vasche e le altre briglie». «Quest’opera», ha aggiunto il presidente della Provincia Roberto Padrin, «rientra nel nostro compito: garantire la sicurezza. Ora stiamo lavorando con il Piano nazionale di ripresa e resilienza per portare i fondi da destinare alla prevenzione del dissesto in un territorio fragile come è quello bellunese».
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