Muore nell’incendio del ricovero. Ecco chi era la vittima. «Ivan, un volontario speciale»
Era caposquadra della Protezione civile Ana di Feltre nella quale era entrato da ragazzo. Il presidente Mariech: «Difficile accettare quanto accaduto, su di lui si poteva sempre contare»
r.c. - sco
FELTRE. La notizia del tragico incidente domestico costato la vita a Ivan Gaio si sparge rapidamente in città. Ivan, infatti, è un volto noto tra le penne nere feltrine, soprattutto per l’attività svolta nella protezione civile Ana.
Abitava a Villabruna con i due figli e con la moglie Cristina Sanson, figlia di Silvio, capostipite della famiglia di falegnami e mobilieri che tanti anni fa mosse da Feltre i primi passi per poi espandersi a Sedico dove il figlio e il nipote hanno preso le redini dell’azienda.
E pure la moglie Cristina, nel giro di pochi anni ha saputo farsi apprezzare dalle penne nere per la sua attività a livello amministrativo, sempre in seno alla protezione civile.
Ecco perché sono gli alpini, oltre naturalmente alla famiglia, i più colpiti dal lutto: «Era una persona squisita», afferma il presidente della sezione di Feltre dell’Ana, Stefano Mariech. «Faccio davvero fatica ad accettare quanto accaduto, soprattutto alla luce delle modalità con cui è avvenuta la tragedia. Ivan era una persona di sostanza, faceva ciò che serviva mettendoci sempre grande impegno, qualunque fosse la mansione richiestagli».
«Era spesso in caserma nella sede della protezione civile e talvolta ci portava anche i bambini. Non era uno che voleva apparire, per certi versi era riservato e timido, ma su di lui potevi sempre contare. D’altra parte tutta la famiglia è attaccata alla nostra sezione».
Il vicepresidente di sezione, nonché responsabile della protezione civile, Giorgio Bottegal, lo ha conosciuto di più sul piano operativo: «Ha cominciato quando era ragazzo a collaborare con la protezione civile e da allora non ha mai mollato. Era caposquadra per la zona di Vignui, Villabruna e Lasen perché aveva dimostrato sul campo di avere le capacità sia di fare quanto di organizzare».
«Era tra i più esperti nel settore del taglio piante e aveva dimestichezza anche con l’antincendio boschivo. Sapeva come gestire i volontari impegnati nei cantieri. E poi è stato protagonista di tutte le missioni di protezione civile che hanno coinvolto Feltre in giro per l’Italia. Penso ad esempio ai servizi che abbiamo svolto a Bergamo durante il periodo più pesante della pandemia».
La chiosa di Bottegal guarda all’uomo: «È una perdita grave per la sezione. Qualunque cosa possiamo dire, Ivan non potrà tornare indietro. Ci stringiamo alla moglie e ai figli in questo momento durissimo. Siamo tutti in lutto».
«Non si tirava mai indietro quando c’era da dare una mano per il territorio». La tragica scomparsa di Ivan Gaio ha colpito molto anche l’amministrazione e in particolare chi lo aveva conosciuto nell’ambito delle attività e dell’impegno della Protezione civile. «Sono quelle notizie che non si vorrebbe mai nemmeno immaginare», dice l’assessore alla Protezione civile Adis Zatta. «Nell’incendio un nostro concittadino, Ivan Gaio, purtroppo non ce l’ha fatta. È una tragedia immensa. Conservo un ottimo ricordo di lui. Era un ragazzo sempre attento alle esigenze anche delle frazioni, sempre attivo nel volontariato, un volontario di Protezione civile dell’Ana Feltre, sempre presente alle esercitazioni e sempre pronto ad aiutare il prossimo», sottolinea Adis Zatta. «Come rappresentante dell’amministrazione e come assessore alla Protezione civile non posso che esprimere il cordoglio ai familiari, alla moglie, ai figli e a tutti i cari per questa enorme tragedia e questa perdita».
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